Studente Erasmus, c’è l’ipotesi omicidio

Studente Erasmus, c’è l’ipotesi omicidio
I bermuda e le ciabatte, appena comprati e pronti per essere schiaffati in valigia in vista del ritorno a Fermo per l’estate. L’intenzione di cambiare appartamento a...

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I bermuda e le ciabatte, appena comprati e pronti per essere schiaffati in valigia in vista del ritorno a Fermo per l’estate. L’intenzione di cambiare appartamento a Valencia. E infine un video girato poche ore prima della morte. Quindici secondi in cui illustra alcune vie delle città: «Ciao amici... ora non c’è collegamento. Riprovo domani».


Più si scava sulla vita di Giacomo Nicolai, 24 anni, lo studente di Erasmus trovato morto a Valencia il 20 marzo con tre colpi di coltello al petto, e più sembra che fosse un ragazzo con alti e bassi d’umore, ma sempre proiettato al futuro. Suicidio. L’ipotesi per cui la Spagna stava per chiudere le indagini si allontana. E a ridisegnare l’ipotesi di reato, ora al vaglio anche della procura di Roma, potrebbero essere proprio quei colpi letali. 

LA RICOSTRUZIONE
Giacomo era stato ritrovato dai coinquilini con un coltello piantato al petto all’altezza del cuore. Il terzo di tre colpi inflitti in sequenza, tutti di almeno otto centimetri, e con una intensità simile. Quindi, difficilmente compatibili con un’azione autolesionista. Si riparte quindi dall’autopsia, anzi dalla seconda autopsia.

Il medico legale de La Sapienza, Giorgio Bolino, è stato incaricato dal pm Marcello Monteleone di effettuare un secondo esame autoptico sul corpo del ragazzo - già esaminato in Spagna e sottoposto a una sorta di imbalsamazione prima di essere spedito in Italia - ma per chiudere le conclusioni attende dalla magistratura iberica i risultati tossicologici. Per i parenti di Giacomo si affaccia la possibilità di conoscere la verità. L’avvocato Igor Giostra, che assiste la mamma dello studente, ha elencato una sfilza di punti oscuri della vicenda. 

LE ANOMALIE
A partire dalle modalità anomale della morte: tre colpi di lama profondi al petto. La lama autopiantata nel cuore. La mancanza di presupposti per scegliere di farla finita. Nessuna lettera. Nessuno sfogo. Anzi, in uno scambio di mail coi genitori il progetto di trasferirsi in un altro quartiere di Valencia. Il video appena registrato. La scelta di suicidarsi in casa, alla presenza di altri. Altri che non si sono accorti di nulla. Che in piena notte non hanno sentito grida, nemmeno un lamento. Se non è suicidio, è omicidio. Altre interpretazioni non ci possono essere. 


La procura di Roma per ora, però, ha escluso che l’inchiesta sia incardinata formalmente per omicidio volontario. Si parte dall’istigazione al suicidio. Venerdì a piazzale Clodio si è svolto un vertice tra il magistrato di collegamento spagnolo e quello italiano. Intanto la polizia di Fermo, su delega del magistrato italiano, sta ricostruendo i dati del pc e dei telefonini di Giacomo. Compreso il video girato in città, con la voce allegra di sottofondo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero