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Stonehenge ha 4.500 anni. Ma perché uno dei siti più misteriosi della Terra continui ad affascinare le generazioni future occorre intervenire. Diverse pietre, infatti, si stanno deteriorando a causa delle condizioni climatiche che diventano sempre più aggressive. Per questo English Heritage, l'associazione che gestisce il sito della pianura di Salisbury, ha lanciato un progetto di ristrutturazione e salvaguardia che è stato definito il più importante degli ultimi sessanta anni. «Dio non voglia che una delle pietre cada - ha spiegato al Guardian la curatrice Heather Sebire - Ma speriamo di fare il miglior lavoro possibile con la tecnologia più aggiornata».
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Stonehenge a rischio crolli, l'architrave
Una staffetta per la conservazione dell'opera che attraversa i secoli. A preoccupare di più, per esempio, è l'architrave numero 122, che era caduta e si era incrinata nel lontano 1900. Nel 1958 era stata sistemata e rimessa al suo posto originario ma da alcuni anni ha di nuovo avuto problemi, che sono stati diagnosticati nel 2018. Attraverso una ricerca condotta con il laser su tutte le pietre erano emerse anche altre situazioni preoccupanti. «Le pietre di sarsen (questo il nome dell'arenaria molto comune nel Regno Unito di cui sono fatti i megaliti, ndr) sono piene di buchi naturali ma alcuni di questi sono davvero profondi», ha spiegato l'esperta.
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Il mistero
«Se guardiamo queste pietre ci sembra che possano rimanere in piedi per sempre ma sono esattamente come tutto il resto delle cose: vulnerabili - ha continuato la professoressa Sebire - Questi lavori sono vitali per proteggere le caratteristiche che rendono Stonehenge così unico». Lavori essenziali per consegnare Stonehenge ai posteri. Chissà che, grazie a tecnologie che per ora possiamo solo immaginare, tra qualche millennio gli studiosi del futuro non riescano a decifrare il mistero di questo affascinante sito archeologico rispondendo a poche semplici domande: chi lo ha costruito, e soprattutto qual era la sua funzione?
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Il Messaggero