Il giallo dello stadio, la Raggi in Qatar Troverà Totti e i vertici della Roma

Il giallo dello stadio, la Raggi in Qatar Troverà Totti e i vertici della Roma
ROMA Il viaggio, segretissimo, è rimasto in sospeso fino alla fine: troppi i preparativi in Campidoglio per la visita del Papa. Poi alla fine ieri mattina Virginia Raggi...

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ROMA Il viaggio, segretissimo, è rimasto in sospeso fino alla fine: troppi i preparativi in Campidoglio per la visita del Papa. Poi alla fine ieri mattina Virginia Raggi ha detto sì. E, come anticipato dal sito del Messaggero, è partita nel pomeriggio con due componenti del suo staff alla volta del Qatar. Oggi a Doha arriveranno i vertici dell’As Roma: Fienga, Calvo, Baldissoni e anche Totti. Nell’emirato infatti va in scena il «Together AS Roma», un workshop organizzato dal club, a cui sono invitati i premium partner della società giallorossa. Una coincidenza che ha messo subito in «imbarazzo» il Campidoglio. 

Balla infatti lo stadio di Tor Di Valle sul quale Raggi ha più di un dubbio, tanto che sta cercando il modo per mollare la pratica. Su questo punto anche i vertici M5S sono più che cauti. Stefano Patuanelli, capogruppo in Senato del M5S, giusto ieri si è sfogato un collega (romanista): «Dopo quello che è successo, mi dispiace, va bloccato tutto, occorre attendere gli esiti della magistratura non si possono commettere ulteriori forzature o accelerazioni». La vicenda è molto complicata: in ballo c’è un parere dell’Avvocatura che prevede penali milionarie in caso di naufragio del progetto. James Pallotta, patron del club, dice che vuole «iniziare i lavori entro il 2019». Ma i dubbi, oggi come non mai, regnano in Campidoglio. Ecco perché appena ieri si è diffusa la notizia della visita di Raggi in Qatar è scoppiato il caso. La grillina prima di imbarcarsi ha messo subito le mani avanti: «La mia visita è già stata tutta scalettata con impegni istituzionali e bilaterali. Non ci sarà modo e spazio per altro, nemmeno per un caffè».
La visita della pentastellata, con ritorno previsto a Roma giovedì notte, è il “secondo tempo” del 20 novembre 2018. Quando l’emiro del Qatar S.A Sheikh Tamim Bin Hamad Al Thani fu ricevuto da lei, dal vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Bergamo e dall’allora presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito in Campidoglio. In quell’occasione - all’interno di una più corposa visita istituzionale in Italia con tanto di pranzo di Stato al Quirinale - si gettarono i presupposti per un’azione di mecenatismo nei confronti delle mille bellezze dell’Urbe da ristrutturare. Oggi Raggi parteciperà all’inaugurazione del museo nazionale del Qatar ed è pronta a «rafforzare scambi» con i musei capitolini. 

LA POLEMICA
Ma il caso è nato intorno alla presenza dei vertici giallorossi, con l’emiro (e suo fratello) da sempre particolarmente attento al business del calcio, come dimostra anche l’accordo tra la Roma e Qatar Airways, anche in vista dei Mondiali del 2022 che si giocheranno nell’Emirato. La missione della grillina, che si porta nel trolley tutti i problemi per l’inchiesta di Tor di Valle, è diventata subito un caso. Con tanto di polemiche. Il Pd, con il consigliere Marco Palumbo, va subito dritto al problema: «Perché la Raggi incontra in Qatar e non nelle sedi opportune i dirigenti del Club dopo tutto quello che è successo?». E anche il deputato dem Roberto Morassut batte su questo tasto: «Cosa va a fare? Mentre Roma è paralizzata, con tre fermate della metropolitana del centro storico chiuse e non ha più impianti per il compostaggio dei rifiuti, la sindaca se ne va in Qatar per rafforzare sedicenti rapporti di collaborazione in ambito culturale».
La risposta del Campidoglio, colto un po’ in contropiede, è sulla difensiva: «Gli incontri con i referenti del progetto dello stadio a Tor di Valle si svolgono esclusivamente nelle sedi istituzionali proprio per evitare qualsiasi tipo di interpretazione».

Bisognerà dunque capire se la linea «nemmeno un caffè» con i vertici giallorossi terrà. Di sicuro, il Campidoglio deve prendere una decisione complicata. Anche perché la seconda parte dell’inchiesta non ha messo solo fuorigioco De Vito. Al momento, si cerca di capire anche il futuro di Daniele Frongia, assessore allo Sport «congelato» in quanto indagato per corruzione per presunti favori chiesti al costruttore Luca Parnasi. La sua posizione, come trapela dai suoi legali, volge verso l’archiviazione. E così regna la cautela. Che fa il paio con quella sullo stadio, la grande opera su cui anche Luigi Di Maio inizia ad andare con i piedi di piombo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero