Stadio Parisio e Largo Pezzini, Formia ricorda i suoi miti

Stadio Parisio e Largo Pezzini, Formia ricorda i suoi miti
Una cerimonia toccante in una giornata soleggiata che ha radunato le vecchie glorie del calcio formiano, che hanno presenziato ieri mattina all'intitolazione dello stadio di...

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Una cerimonia toccante in una giornata soleggiata che ha radunato le vecchie glorie del calcio formiano, che hanno presenziato ieri mattina all'intitolazione dello stadio di Maranola a Washington Parisio e del largo adiacente a Massimo Pezzini, due icone della storia biancazzurra.


Il primo scomparso il 26 gennaio 2010 all'età di 76 anni e l'altro il 1° marzo 2006 a 57 anni, che si sono distinti per la passione e l'impegno riconosciuti con la decisione dell'intitolazione, portata avanti dalla commissione Sport dell'amministrazione Villa e dal comitato organizzatore presieduto da Antonio Zambigli. Parisio, 40 anni nel Formia, ricordato per la sua grinta e la sua umanità, è stato prima giocatore negli anni 50 nel ruolo di ala e poi storico allenatore per diverse stagioni: nel torneo 75-76 guidò la squadra in serie D e fu artefice di due promozioni in D negli anni 72-73 e '84-85, oltreché nell'87-88. E poi la salvezza in C2 nel 79-80 con quel memorabile 2-1 con il Riccione all'ultima giornata. Ha allenato anche Gladiator (serie D), Fondi e Cassino, prima delle sue ultime esperienze in Promozione con il Formia 1905 e lo Scauri-Minturno. Pezzini, il capitano per eccellenza, era un vero leader, un libero di altri tempi. Viareggino di origine, ha militato in biancazzurro per un decennio, arrivando a Formia all'età di 19 anni (69-'70) e partecipando ai campionati di serie C e D. Il ricordo dei due nelle parole dei figli Alessandro Parisio e Daniela Pezzini.


«Sia mio padre che Massimo - ha sottolineato Alessandro - hanno amato il calcio e la città di Formia e la cerimonia è il giusto tributo anche per tutte le persone che hanno reso grande questa società. Ma deve essere anche un messaggio forte per proseguire quanto di positivo può trasmettere lo sport per la crescita dei giovani».
«Mio padre Massimo - ha aggiunto Daniela - è stato il capitano elegante sia in campo che nella vita. Era un uomo buono, generoso, che ha sempre onorato e rispettato la maglia e l'avversario». E poi una carrellata di commosse testimonianze rese dagli storici dirigenti Salvatore Valeriano, Gianni Carpinelli, Bruno Traversi e Giorgio Zangrillo e dai tanti calciatori venuti anche da fuori per onorare l'evento.



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Il Messaggero