Ma alla fine quanto è costato ai romani il povero Spelacchio, spernacchiato via social dai turisti di tutto il mondo? Il Campidoglio, in tutti i documenti interni, ripete...
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«NESSUNA DONAZIONE»
«La storia della donazione non è partita da noi, è un’imprecisione», conferma Ilario Cavada, il tecnico della comunità di Fiemme che ha firmato il preventivo. «Le spese le abbiamo fatte pagare». Fonti del Comune spiegano che la somma è stata inserita nell’appalto per il trasporto della pianta e che la ditta che si è aggiudicata la commessa (a trattativa diretta) avrebbe in qualche modo fatto da intermediario. L’albero, in ogni caso, non è stato concesso gratis, come si legge invece nella determina del Campidoglio del 13 novembre.
«SCAMPATO ALL’ALLUVIONE»
Se ne occuperà la Corte dei Conti, a cui il Codacons ha presentato un esposto; di certo l’albero non è stato un omaggio, al massimo un “pacco” (poco natalizio). Va detto che in Val di Fiemme lo difendono con un certo vigore. Prima che diventasse Spelacchio, raccontano, aveva superato prove estreme. «Era centenario ed era sopravvissuto perfino all’alluvione del ‘66 in Trentino», spiega Stefano Cattoi, dell’ufficio forestale della comunità montana. «Evidentemente quando è arrivato a Roma, non ha retto...».
Di chi è la colpa? Ieri sulla scrivania della sindaca Virginia Raggi è arrivata la relazione che avrebbe dovuto mettere la parola fine a questo avvilente intrigo natalizio tutto romano. Invece l’esito di questa indagine interna, condotta dagli agronomi comunali nella veste anomala di “007”, lascia tanti dubbi. Lascia sopratutto l’idea dell’ennesimo scaricabarile. I tecnici del Servizio giardini in sostanza dicono che la colpa è degli addobbi, agganciati con fili troppo stretti agli aghi “penzoloni” dell’alberone. Ma basta dare un’occhiata alle foto dell’arrivo della pianta a piazza Venezia, per rendersi conto che l’abete era già consumato dall’agonia. Ora proveranno a fare un po’ di luce i legali del Campidoglio, dato che, sempre per ordine della Raggi, il dossier è finito in mano all’Avvocatura. E Spelacchio? «Arriverà qualche palla in più», trapela dal Comune. Un po’ di maquillage prima del veglione. O, per chi su Facebook sogna già di fare il funerale al povero albero il 25 dicembre, un tocco di tanatoestetica.
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Il Messaggero