Sgomberi, il Viminale ai prefetti: 30 giorni per il rapporto sugli immobili abbandonati

Sgomberi, il Viminale ai prefetti: 30 giorni per il rapporto sugli immobili abbandonati
La dead line è il 31 gennaio. Quando tutti i prefetti dovranno presentare al Viminale il report sugli immobili abbandonati e a rischio occupazione e le aree degradate delle...

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La dead line è il 31 gennaio. Quando tutti i prefetti dovranno presentare al Viminale il report sugli immobili abbandonati e a rischio occupazione e le aree degradate delle città italiane. La nuova direttiva, firmata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e inviata ieri ai prefetti, è l’ultimo atto dell’iter finalizzato a «controllare e bonificare» le città e chiama in causa anche le amministrazioni e i proprietari di aree e palazzi abbandonati. Nel documento si puntualizza che la ricognizione del territorio a livello provinciale è finalizzata, non soltanto ad evitare nuove occupazioni, ma anche a impedire «la perpetrazione di attività illegali o di un uso che possa pregiudicare l’incolumità degli stessi frequentatori o quella di altri cittadini».


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Come recentemente accaduto alla giovane Desirée Mariottini, trovata morta a Roma, in uno stabile abbandonato di San Lorenzo, dove gli spacciatori l’avevano violentata. Il ministro sollecita «un’azione che si ispiri alla più ampia condivisione e al coordinamento», suggerendo ai prefetti di valutare anche il coinvolgimento di scuole, università e articolazioni periferiche delle amministrazioni. 

In sede dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza, si legge nella direttiva, «Dovrà essere disposta un’immediata ricognizione di tutte le situazioni di abbandono degli immobili che possano costituire motivo di preoccupazione sia sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblici che su quello della tutela della pubblica e privata incolumità e delle condizioni igienico sanitarie delle aree interessate». La ricognizione dovrà avvenire attraverso la sinergia tra i comandi di polizia, gli uffici territoriali all’Urbanistica e sociale e «dovrà essere finalizzata ad acquisire anche lo stato giuridico dell’immobile».

L’esito degli accertamenti sarà valutato dai comitati provinciali, che dovranno individuare le misure necessarie «per prevenire l’occupazione di immobili abbandonati». Il ministro sottolinea: «Una delle situazioni che molto spesso connota tali aree è lo stato di totale abbandono di interi fabbricati o di vaste superfici di terreno, che possono divenire, come gli ultimi fatti di cronaca hanno dimostrato, luoghi di elezione per lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti, ovvero la consumazione di crimini di varia natura».
 
I PRESIDI
La direttiva prevede che dovranno essere definite «intese collaborative con le amministrazioni comunali» per un sempre più frequente coinvolgimento delle polizie locali nell’attività di “presidio” delle aree individuate. Ma un ruolo, adesso, lo avranno anche i proprietari degli immobili. Si legge nel documento: «nell’ottica di una maggiore responsabilizzazione dei privati sul tema della prevenzione dell’occupazione degli immobili, con le “direttive” dovranno poi essere fornite indicazioni alle stesse amministrazioni locali affinché prescrivano ai proprietari degli immobili in stato di abbandono di assumere ogni occorrente iniziativa volta alla messa in sicurezza degli stessi, anche attraverso l’installazione di sistemi di difesa passiva o qualsiasi altro mezzo idoneo a scongiurare l’occupazione». Non solo i comuni potranno «intimare» ai proprietari termini perentori «fissando scadenze compatibili con la complessità degli interventi richiesti» di adottare tutte le cautele necessarie. Intervenendo altrimenti per motivi di ordine pubblico. 


Entro il 31 gennaio i prefetti dovranno inviare al Viminale i report dell’attività svolta, ma intanto il ministro annuncia una nuova direttiva sulle procedure da seguire per gli sgomberi.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero