Sanità e grandi opere promossi i conti della Regione Lazio

Sanità e grandi opere promossi i conti della Regione Lazio
IL RAPPORTOI conti, stavolta, tornano. Dopo 10 anni di insolvenza finanziaria, per la prima volta il rendiconto generale della Regione Lazio supera indenne il vaglio della Corte...

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IL RAPPORTO
I conti, stavolta, tornano. Dopo 10 anni di insolvenza finanziaria, per la prima volta il rendiconto generale della Regione Lazio supera indenne il vaglio della Corte dei Conti. In sostanza, nella pagella che ogni anno compilano i magistrati contabili di via Monzambano non è stato riportato nessun rilievo. Nessuna correzione. «Significa che non dobbiamo modificare neanche una virgola», spiega l'assessore al Bilancio, Alessandra Sartore. Ancora più netto il governatore Nicola Zingaretti: «Il Lazio ce l'ha fatta, questo giudizio era la prova più difficile, è una vittoria del buon governo». Per l'eurodeputato Enrico Gasbarra «questo risultato è una medaglia per Zingaretti», mentre per il consigliere regionale Eugenio Patanè «ci dà forza per andare avanti con il risanamento».

I magistrati lo scrivono già nell'introduzione: per quanto riguarda il Patto di stabilità interno «la Regione ha raggiunto per il 2013 gli obiettivi preposti». E anche se nel 2013 è cresciuto l'indebitamento capitale - dagli 11 miliardi del 2012 ai quasi 15 del 2013 - è anche vero che è questo è dovuto all'adesione al decreto 35, quello che ha sbloccato oltre 8 miliardi dallo Stato centrale al Lazio per il pagamento dei debiti alle imprese boccheggianti per la crisi. E Zingaretti ha garantito: «Arriveremo a 9 miliardi di debiti pagati». Sul disavanzo sanitario, scrivono i giudici, «rispetto al deficit di partenza del 2007 che si attestava ad 1,6 miliardi il risultato del Lazio si dimostra tra i più rilevanti», fermandosi a 736 milioni. Ora i magistrati suggeriscono di procedere con la «riduzione delle spese inutili e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare regionale». Giudizio positivo sulla nuova rete di assistenza territoriale, grazie all'accordo con i medici di medicina generale e alle Case della Salute. Promossa anche la modernizzazione dell'Umberto I e il contributo di 224 milioni «a garanzia del buon andamento sanitario regionale».
LOTTA ALLA BUROCRAZIA
I magistrati promuovono anche lo sfoltimento delle leggi e il taglio della spesa per il personale (-7,56%), con 152 dipendenti pubblici in meno. Disco verde anche per la gestione delle opere pubbliche. «Si deve alla sensibilità della giunta se situazioni di paralisi vengano superate con buone risposte», scrivono i giudici, che ricordano il caso della complanare San Giovanni-Raccordo, già completata. «Compiacimento» anche per la decisione di destinare i 408 milioni stanziati dal Cipe alla messa in sicurezza della Pontina.

La Corte non ha sollevato nessun rilievo anche sui conti del Consiglio regionale, presieduto da Daniele Leodori. Tutti i rendiconti dei gruppi hanno raggiunto la sufficienza, tranne quelli di centrodestra della passata legislatura. Quindi Pdl, Fratelli d'Italia e Lista Polverini, bocciati «per omessa documentazione giustificativa».
Lorenzo De Cicco
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Il Messaggero