IL CASOCadono due querce in strada e solo la prontezza di un guidatore che passava lì proprio in quel momento ha permesso di evitare il peggio. È successo venerdì sera lungo la...
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Cadono due querce in strada e solo la prontezza di un guidatore che passava lì proprio in quel momento ha permesso di evitare il peggio. È successo venerdì sera lungo la strada San Vetturino, in prossimità dell'incrocio con via del Luschieto. A raccontare l'accaduto il presidente del Consorzio San Vetturino Gerardo Calvio, che più volte nel corso del tempo aveva segnalato al Comune la pericolosità di vari alberi, fra cui anche quelli caduti. La strada nell'immediato è rimasta bloccata e la viabilità è stata ripristinata con l'intervento dei vigili del fuoco e della squadra di pronto intervento del Comune. «Ve ne sono almeno un'altra decina che sembrano destinate a fare la stessa fine», scrive Calvio parlando delle piante pericolose nella zona. «Avevo perfino chiesto l'autorizzazione a provvedere a spese degli abitanti della zona alla rimozione e potatura delle piante pericolanti, ma da parte vostra scrive in una lettera inviata al Comune - sono pervenute solamente vaghe promesse peraltro non mantenute». Nella zona c'è anche un altro problema: «In via Tuderte, i polloni degli alberi presenti sono ormai alti oltre 1 metro ed hanno invaso tutta l'area dei marciapiedi costringendo i pedoni a transitare sulla strada destinata al passaggio delle auto». E ancora: «Le strade interessate dall'installazione della fibra, avvenuta nell'estate del 2019, non sono state ripristinate». A fianco delle problematiche, lo sfogo: «Ci sentiamo abbandonati, senza alcuna tutela. Siamo stanchi di restare inascoltati, desideriamo conoscere come vengono spesi i nostri soldi e chiediamo un immediato controllo ed un'attenta ispezione di tutta la zona affinché la stessa venga messa prontamente in sicurezza».
Nello specifico, riguardo il tratto pericoloso per le alberature a rischio, scrive che «data anche la limitata larghezza della sede stradale, ci sentiamo insicuri nell'attraversare la via in questione».
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Il Messaggero