Latina, rito abbreviato per il radiologo accusato di violenza sessuale

Latina, rito abbreviato per il radiologo accusato di violenza sessuale
Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato Roberto De Vita, il 57enne di Latina finito agli arresti domiciliari con le accuse di violenza sessuale aggravata nei...

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Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato Roberto De Vita, il 57enne di Latina finito agli arresti domiciliari con le accuse di violenza sessuale aggravata nei confronti di alcune pazienti ed esercizio abusivo della professione.


L'uomo, assistito dagli avvocati Luca Giudetti e Laura Bove, aveva chiesto il rito abbreviato condizionato ad una consulenza tecnica relativa al ventaglio di manovre che il tecnico radiologo poteva utilizzare sulle pazienti e ieri mattina il giudice ha accolto la richiesta rinviando alla prossima udienza del 9 febbraio 2022 quando sarà ascoltato il professor Antonio Oliva che cercherà di spiegare che i palpeggiamenti erano parte delle terapie. De Vita era stato colpito da ordinanza cautelare agli arresti domiciliari a gennaio scorso a conclusione di una serie di accertamenti partiti in seguito alla denuncia di una 17enne.


La ragazza era andata a piazza Celli per effettuare una radiografia della schiena accompagnata dalla madre alla quale De Vita ha chiesto di andare a pagare il ticket: nella stanza delle lastre le è stato chiesto di spogliarsi completamente e una volta rimasta praticamente nuda il radiologo ne ha approfittato per toccarle il seno e le parti intime. A distanza di qualche ora ha raccontato tutto alla madre e poi ha presentato una denuncia in Questura confessando anche di temere di essere stata filmata durante i palpeggiamenti con un telefono cellulare, sospetto che si è poi rivelato fondato. Le indagini hanno portato a sequestrare il telefono cellulare che conteneva le riprese di numerose pazienti parzialmente o completamente nude che De Vita aveva filmato a loro insaputa. I suoi comportamenti andavano avanti dal 2018 e attraverso i video recuperati dal cellulare è stato possibile risalire all'identità delle altre vittime che non avevano mai denunciato. Secondo l'accusa le manipolazioni operate sulle parti intime delle vittime erano assolutamente arbitrarie e prive di ogni finalità medica e scientifica. Nell'udienza di ieri mattina si sono costituite parte civile dodici ragazze vittime degli abusi sessuali assistite dagli avvocati Maria Belli, Gigliola Turrini, Daniele La Salvia e Maria Antonietta Cestra e anche la Asl di Latina. Il 9 febbraio prossimo si torna in aula per il processo con rito abbreviato.
E. Gan.


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Il Messaggero