Passati i giorni intensi e a tratti convulsi dell’elezione del presidente della Repubblica, al governo tocca ora riprendere in mano tutti i dossier aperti a partire da quelli...
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Ma già giovedì prossimo saranno diffuse le previsioni invernali della commissione europea: da quei numeri si potrà capire se al nostro Paese potranno essere effettivamente applicati i nuovi criteri di flessibilità Tra dieci giorni poi, il 12 febbraio, scade il termine per i pareri al governo, da parte delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, sui primi due decreti in attuazione del Jobs act. Uno introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti con le modifiche alle tutele in caso in di licenziamento individuale e collettivo: di fatto per i nuovi assunti, salvo limitatissimi casi, non si applicherà più l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
L’altro decreto modifica il quadro dei sostegni al reddito per chi perde il lavoro. Due provvedimenti molto rilevanti che potrebbero ridare slancio all’asfittico mercato del lavoro. Delicatissimo il capitolo fisco: dovrà essere modificato il decreto sulle sanzioni penali con la soglia di non punibilità al 3 per cento del reddito. Una norma che secondo il ministro Boschi non va valutata in relazione al caso di Berlusconi ma agli interessi generali del Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero