Rieti resta al buio e si illumina solo la lite tra i politici

Rieti resta al buio e si illumina solo la lite tra i politici
LA CITTA' CHE NON PIACE Botta e risposta tra opposizione e maggioranza sul problema dell'illuminazione pubblica in città....

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LA CITTA' CHE NON PIACE

Botta e risposta tra opposizione e maggioranza sul problema dell'illuminazione pubblica in città. L'investimento di una donna in largo Bachelet, favorito anche dalla mancanza di luce, ha dato il via a una serie di accuse contro l'amministrazione reatina, con il consigliere di minoranza Sonia Cascioli paladina delle proteste e che ha detto di voler denunciare il sindaco Simone Petrangeli per interruzione di servizio pubblico. L'annuncio, pubblicato dalla Cascioli sul suo profilo facebook, ha raccolto consensi da cittadini ed esponenti della maggioranza reatina, che hanno condiviso e cliccato sul tasto «mi piace» del popolare social network. Nel giro di qualche ora è arrivata la replica della maggioranza, affidata all'assessore che ha la delega sulle manutenzioni e decoro urbano, Alessandro Mezzetti, che ha spiegato: «Della pubblica illuminazione ci stiamo occupando sin dal nostro insediamento e se anche la magistratura verrà sollecitata ad interessarsene sarà bene che si identifichino con precisione le responsabilità in merito ad alcuni disagi che i cittadini stanno sopportando da tempo».
Il riferimento dell'assessore è all'annosa vicenda legata alla gestione dell'illuminazione pubblica da parte della precedente amministrazione che, proprio sul tema, aveva lasciato debiti per circa 2milioni con il gestore dell'energia. «Una situazione - spiega Mezzetti - che ci ha costretti ad intavolare una complicata trattativa con Enel Sole per rientrare in possesso di circa un terzo dei lampioni. Precisiamo che i lampioni mal funzionanti sono quelli che appartengono a Enel Sole». Un problema noto e il sindaco, a fine agosto, si era impegnato a risolverlo in poco tempo. Mezzetti parla di soluzione a breve ma, dopo tre mesi, parte della città è ancora al buio.
Emanuele Laurenzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero