Renzi: «Allerta per la Libia»

Renzi: «Allerta per la Libia»
LA RELAZIONEROMA Sull'Italia, la preoccupazione c'è ma non ci sono «progettualità operative» di attentati imminenti. La formula scelta da Matteo Renzi ieri pomeriggio per la...

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LA RELAZIONE
ROMA Sull'Italia, la preoccupazione c'è ma non ci sono «progettualità operative» di attentati imminenti. La formula scelta da Matteo Renzi ieri pomeriggio per la prima volta davanti al Copasir, riassume bene quello che la nostra intelligence sa, per il momento, sui rischi che corre il paese da quando l'Isis ha proclamato una nuova offensiva verso l'occidente. Anche se in passato ha preferito tenersi lontano dall'argomento, il premier è formalmente l'autorità massima a cui riferiscono i servizi segreti, sebbene la delega sia affidata al sottosegretario Marco Minniti, presente all'audizione insieme al direttore del Dis Giampiero Massolo.

L'idea di Matteo Renzi è che le crisi internazionali debbano essere risolte utilizzando soprattutto la diplomazia, e favorendo per quanto possibile le soluzioni politiche, «in Medioriente e in Ucraina i nostri contatti diplomatici possono essere il contributo italiano ai movimenti dell'Unione europea e della Nato», ha detto.
CRISI IN LIBIA E DIPLOMAZIA

Le attenzioni di palazzo Chigi sono dedicate in particolare alla crisi in Libia. Renzi ha parlato della volontà dell'intelligence italiana di creare un «presidio informativo costante» sulla Libia, capace anche di «valutare le leadership emergenti e individuare quali figure politiche potrebbero portare alla stabilizzazione del paese». L'altra preoccupazione, anche in ambito economico, riguarda i crimini informatici: «L'85% dei crimini cibernetici impiega una settimana per essere scoperto, un tempo lunghissimo», ha detto il premier.
PIAZZA FONTANA, VIA IL SEGRETO

Tra novembre e dicembre il Dis farà togliere il segreto di stato da circa cinquemila fascicoli, tra i quali quello dedicato alla strage di piazza Fontana. Tra i documenti su cui è stato già tolto il segreto di Stato c'è anche il cosiddetto protocollo Farfalla, un accordo tra Dap e Sisde per interrogare in via riservata alcuni detenuti al 41 bis, ora depositato al processo sulla Trattativa Stato Mafia di Palermo.

Sara Menafra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero