Rap per il clan, il Consiglio comunale di Latina: più spazi servizi e opportunità per i giovani

Rap per il clan, il Consiglio comunale di Latina: più spazi servizi e opportunità per i giovani
Più servizi di quartiere e spazi di aggregazione; maggiore presenza di Stato e istituzioni sul territorio; ruolo della scuola nell'individuare il disagio...

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Più servizi di quartiere e spazi di aggregazione; maggiore presenza di Stato e istituzioni sul territorio; ruolo della scuola nell'individuare il disagio adolescenziale; maggiori occasioni di incontro e condivisione culturale; opportunità formative da valutare nel tavolo Patto per Latina. Sono alcune delle proposte emerse dal Consiglio comunale di Latina in cui ieri è stato esaminato il caso del video rap girato e pubblicato da alcuni adolescenti dei palazzoni in Q4-Q5 dopo gli arresti di esponenti di un clan nell'inchiesta Reset. Un episodio che - ha detto il sindaco, Damiano Coletta - «non deve essere sottovalutato né sopravvalutato, ma che potrebbe rappresentare la coda di un sistema determinatosi grazie alle infiltrazioni della criminalità e che è stato scardinato con le indagini a partire dal 2014-15». Secondo il primo cittadino, «il ruolo principale della scuola e degli adulti deve essere quello di ascoltare e cogliere il disagio adolescenziale, in chi soffre di maggiore fragilità. Bisogna rilanciare valori come inclusione e accoglienza, come democrazia partecipativa: deve passare il messaggio che tutto ciò che circonda l'adolescente appartiene anche a lui e ha il diritto-dovere di partecipare alla gestione della cosa pubblica».


GLI ESPERTI ESTERNI
Una seduta, quella di ieri, aperta anche a contributi esterni, come quello di Angela Iantosca, giornalista e scrittrice da anni impegnata su temi come la criminalità organizzata e per la quale «i report parlano di un territorio pontino infiltrato da una mafia autoctona che si continua a sottovalutare: occorre presenza sul territorio, quel quartiere è nostro, non loro». Per Filippo Vaccaro di Primavera di legalità, «in tutta Italia c'è un inaudito innalzamento della violenza del linguaggio, c'è un tasso pericoloso di abbandono scolastico come di giovani che non leggono nemmeno un libro»; secondo Serena Ionta, impegnata in progetti economici a misura d'uomo, «sono oltre 2 milioni i neet, giovani che non studiano, non si formano, non lavorano: servono progetti per inserirli nella struttura sociale della città e nel mercato del lavoro».


I PROGETTI
«Stiamo lavorando al tema non da oggi - ha spiegato l'assessore alle Politiche giovanili, Cristina Leggio - e nelle ultime ore due interventi si sono aggiunti ai progetti in piedi da tempo, perché di fronte al bisogno degli adolescenti di rappresentazione del proprio mondo, nessuno deve restare indifferente: lavoriamo insieme e cerchiamo risposte di prossimità, immediatamente accessibili». Per l'assessore alla Pubblica istruzione, Gianmarco Proietti, «occorre un investimento, umano e culturale, che sarà lungo ma prezioso, nell'ottica della comprensione».


PROPOSTE DELL'OPPOSIZIONE


Ampio il dibattito tra i consiglieri: Nicoletta Zuliani (Pd) si domanda «cosa non ha funzionato? La causa è nel nulla che c'è nel quartiere; il centro Lestrella è in abbandono e si creano piazze di spaccio, non c'è un centro sociale, né una biblioteca, e siamo 20mila abitanti» e propone otto azioni che vanno da spazi studio alla presenza dello Stato, da protocolli per tenere aperte le scuole con attività delle associazioni a nuova impiantistica sportiva. Salvatore Antoci (Misto) chiede di «combattere le piccole illegalità quotidiane per dare un esempio», mentre per Giovanna Miele (FI) «l'obiettivo deve essere accogliere, ascoltare e agire» e Alessandro Calvi (FI) ha ricordato che «la Questura di Latina è in fascia C, ovvero ha 250/300 unità: il ruolo della politica deve essere quello di portarla in fascia B per potenziarla».

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Il Messaggero