Putin evita lo sgarbo all’amico Donald: «Non posso andare al funerale di Fidel»

Putin evita lo sgarbo all’amico Donald: «Non posso andare al funerale di Fidel»
NEW YORK Dopo averlo definito «un grande uomo di Stato», il «simbolo di un’era» una «ispirazione per molti Paesi», nonché...

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NEW YORK Dopo averlo definito «un grande uomo di Stato», il «simbolo di un’era» una «ispirazione per molti Paesi», nonché «un amico fidato e sincero», Vladimir Putin ha però deciso di non partecipare ai funerali di Fidel Castro. La delegazione di Mosca sarà invece guidata dal presidente della Duma, Vyacheslav Volodin. Pare che Putin sia troppo occupato a scrivere il suo discorso sullo stato della nazione. Una decisione che ha stupito, ma non troppo: che sia stato o no un gesto di cortesia verso Donald Trump, come qualcuno ha ipotizzato, la decisione di Putin è condivisa da molti leader internazionali. 


IL PRESIDENTE
Ieri pomeriggio la Casa Bianca ha annunciato che anche Barack Obama – che peraltro non aveva incontrato Castro nel corso della sua storica visita all’Avana lo scorso marzo - non intende recarsi a Cuba per il funerale. E il premier indiano Narendra Modi, che pure ha detto che Fidel Castro era «un grande amico», si è limitato a spedire una delegazione con gli esponenti dei vari partiti per una cerimonia pre-funerale, un viaggio tanto breve che giovedì i politici indiani saranno già di nuovo in partenza per casa. Solo alcuni esponenti della sinistra hanno assicurato la loro presenza, come il boliviano Evo Morales, il venezuelano Nicolas Maduro e il nicaraguegno Daniel Ortega. 
Ma in Europa c’è più cautela: il Regno Unito non sarà presente né con il primo ministro Theresa May né con il ministro degli Esteri Boris Johnson, ma con un funzionario del Foreign Office. Lo stesso dicasi per la Germania, che ieri ancora non aveva deciso i nomi della delegazione. La Spagna, che ha sempre mantenuto rapporti di forte vicinanza con l’isola sarà invece presente con l’ex re Juan Carlos I. Ma altri Paesi scelgono la strada delle delegazioni di minor rilievo politico, come l’Iran, il Brasile, il Cile e il Giappone. E perfino il Canada, il cui premier Justin Trudeau aveva inizialmente espresso dolore e ammirazione per Castro, al punto di aver suscitato qualche critica, sembra essersi un po’ raffreddato, tanto che alla cerimonia il Canada sarà presente con il governatore generale David Johnston. 

Dunque si può intuire che la cerimonia funebre non sarà costellata di primi ministri, come in genere succede quando un grande leader scompare. In genere i funerali di Stato di eco interazionale sono occasione di incontri diplomatici informali, e i leader sono desiderosi di partecipare non solo per rispettare il cerimoniale, ma per poter proprio sfruttare l’occasione da un punto d vista politico. Ma in questo caso, sembra quasi più importante non partecipare, piuttosto che passare per simpatizzanti del regime castrista. Negli Usa i sostenitori di Donald Trump hanno anzi mandato un aperto (e inusitato) ammonimento all’attuale Amministrazione Obama perchè non solo non ci vada il presidente, ma neanche il vicepresidente Joe Biden o il segretario di Stato John Kerry. Trump ha preso posizioni dure contro il regime, e promette di cancellare buona parte delle iniziative di disgelo cominciate da Obama nel dicembre del 2014. Il suo ex rivale Ted Cruz, arrivato secondo nelle primarie, è stato chiaro: «Se non vai ai funerali di Pol Pot o a quelli di Stalin o Mao perché erano dittatori comunisti omicidi, allora non dovresti neanche celebrare Fidel Castro, un altro comunista omicida, come invece stanno facendo Barack Obama e Justin Trudeau». Ieri pomeriggio il portavoce della Casa Bianca ha annunciato che Obama non sarà presente ai funerali, ma non ha potuto confermare i nomi della delegazione di Washington. 
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Il Messaggero