A mettere i puntini sulle «i» ci ha pensato, come al solito, Matteo Renzi. La riforma delle pensioni, se si farà, dovrà essere a costo zero. Una linea decisamente in...
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LA TRACCIA
Una traccia la fornisce il vice ministro dell’Economia Enrico Morando. «La riforma», spiega al Messaggero, «si farà quando ci saranno condizioni finanziarie tali per cui non dobbiamo prendere risorse aggiuntive dal bilancio pubblico, anche perché», aggiunge, «abbiamo una spesa sociale che è già sbilanciata sulla previdenza. Se ci sono risorse disponibili vanno usate per le situazioni di povertà assoluta». Un modo per tenere insieme le due esigenze, iniziare a introdurre un principio di flessibilità, e andare incontro alle situazioni di povertà, in realtà esiste.
L’ipotesi sul tavolo sarebbe quella di permettere la flessibilità in uscita solo a coloro che non hanno il lavoro, o perché sono esodati o perché disoccupati. In questo modo il costo potrebbe essere prossimo allo zero, perché se da una parte lo Stato permetterebbe di andare prima in pensione, dall’altro non dovrebbe più versare contributi figurativi o pagare assegni di disoccupazione. Nel 2016 intanto scatterà una vera e propria stangata per le donne del settore privato con l’aumento dell’età di vecchiaia nel complesso tra scalino e aspettativa di vita di un anno e 10 mesi. Le donne del privato dal 2016 dovranno aspettare i 65 anni e 7 mesi a fronte dei 63,9 fissati fino a quest'anno.
Infine il possibile rinvio e l’assenza di risorse preoccupano i sindacati, che ieri in coro hanno protestato.
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Il Messaggero