Ponte Morandi, Toti: «Un errore escludere Autostrade ma ora l’importante è andare di corsa»

Ponte Morandi, Toti: «Un errore escludere Autostrade ma ora l’importante è andare di corsa»
Tre mesi dal crollo del ponte Morandi. E una scadenza da rispettare: il 27 novembre, termine ultimo per la conversione in legge del decreto per Genova. Significa denaro per gli...

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Tre mesi dal crollo del ponte Morandi. E una scadenza da rispettare: il 27 novembre, termine ultimo per la conversione in legge del decreto per Genova. Significa denaro per gli sfollati, per la viabilità cittadina, per il porto. «Si spera che il Senato, al di là di qualche incidente di percorso, lo faccia passare così com’è, senza ulteriori passaggi alla Camera. Molto è stato fatto, molto resta da fare. Il decreto è migliorato in termini di coperture finanziarie, ma adesso bisogna rimettere mano al ponte. Il commissario straordinario Marco Bucci è l’uomo giusto, speriamo con gli strumenti giusti», afferma il governatore della Liguria Giovanni Toti.


Il vostro piano, presidente, era coinvolgere Autostrade nella ricostruzione, ma la concessionaria pagherà soltanto.
«Per realizzare il nuovo viadotto avevo impostato un progetto diverso, che era quello di imporre ad Autostrade di farsi carico della progettazione e della ricostruzione. Questo avrebbe semplificato non poco l’apertura del nuovo cantiere, perché la società avrebbe fatto tutto al suo interno, senza contrattazioni e nessuna procedura straordinaria. Ciò non avrebbe pregiudicato né l’inchiesta in corso né eventuali processi penali. Ma il governo, su pressione dei Cinquestelle, ha intrapreso un’altra strada e mi auguro dia i suoi frutti. Bucci ha capacità, grinta e coraggio per affrontare i meandri della burocrazia, mi auguro che gli strumenti del decreto si dimostrino altrettanto efficaci».

Intanto, il 15 dicembre, cominceranno le operazioni di abbattimento. Ci sarà anche la concessionaria?
«Per i lavori c’è una lista di aziende a cui il commissario farà riferimento, vedremo ciò che deciderà Autostrade dopo il via libera al decreto. Solo quando diventerà legge si aprirà il capitolo ricostruzione: il commissario straordinario prenderà possesso del viadotto e Autostrada perderà la titolarità. Non sono per procrastinare le polemiche, noi abbiamo indicato una soluzione - quella di coinvolgere Aspi - è stata preferita un’altra via sulla quale mantengo le mie perplessità. Però ora si collabora. L’importante è che chi ha preso determinate scelte se ne assuma le responsabilità. Io l’ho fatto per ciò che mi compete: gli sfollati, le case, i risarcimenti, le imprese, il porto. Daremo una mano in ogni modo a Bucci affinché ricostruisca il ponte al più presto, anche se la soluzione è stata indicata, anzi imposta, dal governo nazionale alle istituzioni locali».

Prevede tempi più lunghi?
«Noi contavamo di impiegare quindici mesi in tutto, dalla demolizione alla ricostruzione. Se si fa prima, sentiti complimenti. Ma se si dovesse andare oltre, per una scelta non nostra, allora il governo se ne faccia carico».

E tra le priorità della Liguria non c’è solo il Morandi.
«È importante, tuttavia abbiamo bisogno di certezze sul terzo valico, che considero irreversibile: è appaltato quasi per la totalità dei lavori, è realizzato al 40%, è indispensabile per tutte le categorie. Occorre un segnale netto per proseguire e accelerare. Poi vorrei parole chiare sulla Gronda, la nuova autostrada a nord di Genova che alleggerisce l’A10. Era nei piani di investimento di Società Autostrade in base agli accordi presi dai governi precedenti, come Regione abbiamo già effettuato i primi espropri per far partire il cantiere nelle prossime settimane. Vorrei capire se è nelle politiche dell’attuale governo, anche alla luce della procedura aperta con la concessionaria».

Anche la Gronda è finita tra le incognite delle grandi opere.

«Mi sembra evidente che siamo un Paese fragile, con infrastrutture vecchie e, come purtroppo nel caso del ponte Modrandi, pericolose. In questo campo il nostro divario con i competitori europei è allarmante, serve un articolato piano di ristrutturazione a livello nazionale. Ma da parte del governo, a riguardo, c’è un atteggiamento quantomeno timido. Anche se sono solo i grillini a giudicare inutili opere come la Tav o la Pedemontana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero