Ortofrutticola pontina, accolto il ricorso la variante commerciale andrà rivalutata

Ortofrutticola pontina, accolto il ricorso la variante commerciale andrà rivalutata
IL CASOUn nuovo esame dell'istanza di variante, sulla base dei nuovi elaborati di progetto che hanno eliminato una parte della volumetria prevista. È questo che con ogni...

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IL CASO
Un nuovo esame dell'istanza di variante, sulla base dei nuovi elaborati di progetto che hanno eliminato una parte della volumetria prevista. È questo che con ogni probabilità il Comune di Latina sarà chiamato a fare, all'indomani della sentenza con cui il Tar ha bocciato il lavoro svolto dal commissario ad acta, dallo stesso Tar nominato per valutare l'ipotesi di variante di destinazione d'uso da agricola a servizi generali per l'area in cui dovrebbe sorgere il centro commerciale con negozi, alberghi, cinema, sale congressi su via dei Monti Lepini, presentato dalla Ortofrutticola pontina nell'ormai lontano 2004.

LA SENTENZA
L'Ortofrutticola pontina aveva adito i giudici amministrativi una prima volta a seguito del silenzio del Comune sulla variante, e il Tar nel 2019 aveva nominato un commissario ad acta per l'esame del procedimento. Commissario che ha svolto la sua istruttoria, concludendola nel maggio 2020 con il rigetto dell'istanza di variante urbanistica, perché non sarebbe stata supportata da adeguate garanzie di correttezza tecnico urbanistica; per questo l'Ortofrutticola pontina ha nuovamente adito il Tar, per l'annullamento di quel provvedimento. Annullamento che due giorni fa il Tar ha accolto. Diversi i rilievi presentati dall'impresa, in particolare lamentando un «eccesso di potere» del commissario, o il fatto che avrebbe condotto una controistruttoria sul procedimento. I giudici amministrativi ne accolgono diverse. Intanto, « il Collegio rileva la fondatezza della seconda e quarta censura, con cui la ricorrente lamenta l'omesso esame da parte del Commissario ad acta delle integrazioni progettuali presentate dalla ricorrente».
CUBATURA ELIMINATA
Centrale è, in particolare, l'eliminazione dal progetto, di 80mila metri cubi circa dei 240mila previsti: durante l'istruttoria commissariale, infatti, c'era stato un sopralluogo in cui era stata accertata una cubatura mai realizzata in precedenza, ma che era stata assentita per il progetto; da qui, la presentazione del nuovo progetto, sempre nell'ambito dell'istruttoria commissariale. Istruttoria sulla quale il Tar avrebbe quindi ora rilevato un difetto, proprio sull'integrazione: né ha fatto un preavviso di diniego. Il Tar ha infine rigettato la richiesta di danni.
IL COMUNE
«Stamattina (ieri, ndr) abbiamo svolto diverse riunioni con la dirigente - esordisce l'assessore al governo del territorio, Francesco Castaldo - e sembra che dovremo di nuovo pronunciarci sulla richiesta di variante; tra le ipotesi, quella che debbano presentare una nuova richiesta, ma andrà valutato. Ora comunque abbiamo dei punti fermi, ad esempio sappiamo che il permesso a costruire è definitivamente decaduto».
LA SOCIETÀ
«Ho fatto un investimento da 1.5 milioni di euro, il progetto darà lavoro a 900 persone, e siamo ancora bloccati, con un danno enorme», lamenta Luigi Di Tommaso, rappresentante della società, all'indomani della sentenza: «Il Tar ha detto che le motivazioni di diniego sono non conformi: sono state chieste integrazioni, le abbiamo prodotte e poi non sono state valutate. Vedremo in settimana se adire nuovamente le vie legali».

Andrea Apruzzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero