Operazione Nico, De Monaco e Pietrosanti venerdì dal gip

Operazione Nico, De Monaco e Pietrosanti venerdì dal gip
Compariranno venerdì mattina a Latina davanti al giudice per le indagini preliminari Mario La Rosa, Nicolino De Monaco e Christian Pietrosanti, finiti agli arresti...

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Compariranno venerdì mattina a Latina davanti al giudice per le indagini preliminari Mario La Rosa, Nicolino De Monaco e Christian Pietrosanti, finiti agli arresti domiciliari venerdì nell'ambito dell'operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Latina e denominata Nico dal nome del principale indagato, il 55enne geometra del Comune di Latina accusato di concussione, corruzione e falso materiale. Secondo quanto emerso nell'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Valentina Giammaria, in particolare dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali l'uomo, assistito dall'avvocato Giancarlo Vitelli, si faceva pagare da semplici cittadini e imprenditori per il rilascio di autorizzazioni allo scarico delle acque reflue, alcune delle quali non sono mai state effettivamente concesse mentre altre sono risultate falsificate. Il tutto per avere il denaro necessario ad acquistare consistenti quantità di droga, per lo più cocaina, per uso personale.

L'antefatto

I suoi comportamenti, che duravano da qualche anno, non erano passati inosservati tanto che, dopo la segnalazione di una utente che aveva tirato fuori migliaia di euro, l'amministrazione lo aveva sospeso per sei mesi dal servizio. Il suo pusher era Christian Pietrosanti, ex avvocato sospeso da qualche anno dall'esercizio della professione, chiamato a rispondere di detenzione a fini di spaccio. L'interrogatorio di garanzia per entrambi è stato fissato per venerdì. E' stato invece ascoltato ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, Stefano Berto, il 53enne arrestato venerdì perché nel corso di una serie di perquisizioni nell'ambito della stessa operazione è stato trovato in possesso di 160 grammi di cocaina, un etto di hascisc già confezionato e suddiviso in 17 pezzi e 12 dosi di cocaina per un totale complessivo 10 grammi oltre a un migliaio di euro in contanti, presunto provento dell'attività di spaccio.

L'interrogatorio

L'uomo, assistito dall'avvocato Leone Zeppieri, nel corso dell'interrogatorio di convalida ha risposto alle domande del giudice e si è difeso spiegando che la sostanza stupefacente della quale era in possesso era esclusivamente per uso personale: il gip a conclusione dell'interrogatorio non solo ha convalidato il fermo ma ha anche disposto l'aggravamento della misura cautelare sostituendo gli arresti domiciliari con la detenzione in carcere. Berto è stato quindi trasferito presso la casa circondariale di Velletri.


E. Gan.
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Il Messaggero