Operazione Bellavista chiesti 20 anni

Operazione Bellavista chiesti 20 anni
L'UDIENZACondanne per quasi venti anni di carcere: questa la richiesta dell'accusa a carico delle cinque persone coinvolte nell'operazione Bellavista. Davanti al giudice per...

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L'UDIENZA
Condanne per quasi venti anni di carcere: questa la richiesta dell'accusa a carico delle cinque persone coinvolte nell'operazione Bellavista. Davanti al giudice per l'udienza preliminare Mario La Rosa ieri mattina sono comparsi Nazzareno Di Giorgio 51 anni, Mario Guiglia di 53, Marco Costanzo di 47, Emiliano Valenti di 46 e Andrea Reale di 38, tutti arrestati il 27 maggio dello scorso anno e chiamati a rispondere di spaccio di sostanze stupefacenti. L'inchiesta della Squadra mobile del capoluogo era partita da due atti intimidatori messi a segno nel 2019: l'esplosione dell'auto di Costanzo e i colpi di pistola sparati contro Di Giorgio mentre era in macchina. Le indagini partite da questi due eventi avevano prima portato in carcere Giovanni Cambria, compagno della ex di Di Giorgio ma le intercettazioni successive avevano portato alla luce un collaudato e strutturato sistema di spaccio di cocaina di cui facevano parte sia Di Giorgio che Costanzo, insieme a Emiliano Valenti, Mario Guiglia e Andrea Reake. Il gruppo ben strutturato si dedicava soprattutto alla vendita di cocaina sulle piazze di Latina e di Cisterna. La droga veniva custodita all'interno di un garage a Latina, diventato un vero e proprio fortino dotato anche di particolari congegni per individuare microspie. Ieri nel processo che su richiesta della difesa si svolge con rito abbreviato a parlare è stato il pm Daria Monsurrò che dopo avere ricostruito i fatti ha chiesto 4 anni e sei mesi per Costanzo, 5 anni e quattro mesi per Di Giorgio, 3 anni per Valenti, 4 anni per Guiglia e 2 anni e otto mesi per Reale. Si torna in aula il 28 maggio. La posizione di Giovanni Cambria è stata stralciata dal procedimento avendo il Tribunale del riesame annullato l'ordinanza.

E. Gan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero