L'Oms dichiara guerra alla Zika: «Colpire la zanzara che trasmette il virus»

L'Oms dichiara guerra alla Zika: «Colpire la zanzara che trasmette il virus»
Mentre si continuano a registrare nuovi casi di contagio del virus Zika in America latina, in particolare in Brasile e in Colombia, e casi ancora sporadici in Europa (20 in...

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Mentre si continuano a registrare nuovi casi di contagio del virus Zika in America latina, in particolare in Brasile e in Colombia, e casi ancora sporadici in Europa (20 in Germania e 1 in Russia), l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) invita ad utilizzare tutte le armi a disposizione per colpire l'insetto che lo “trasporta”, ovvero la zanzara Aedes Aegypti.

 
LE RACCOMANDAZIONI
Si raccomanda l'utilizzo degli insetticidi, soprattutto all'alba e al tramonto, e la distruzione dei siti potenzialmente utilizzabili per la deposizione delle uova. Un mezzo tradizionale anche se proprio ieri un ricercatore argentino Eduardo Avila Vasquez, ha ipotizzato un collegamento tra la microcefalia dei bebè e un antiparassitario con priproxifene. Accanto agli insetticidi, l'Oms suggerisce anche di ricorrere anche all'ingegneria genetica, ovvero a utilizzare zanzare geneticamente modificate in modo che la loro prole muoia prima di raggiungere l'età adulta in cui sono in grado di riprodursi. Un'altra tecnica allo studio è quella di rilasciare nell'ambiente zanzare rese sterili da basse dosi di radiazioni, una tecnica giù utilizzata in passato dall'International Atomic Energy Agency (Aiea) per controllare gli insetti infestanti. Altro approccio è quello biologico, che consiste nell'infettare le zanzare con il batterio Wolbachia, impedendo alle uova di schiudersi. In realtà, quest'ultima strategia è stata utilizzata contro la Dengue.

E se nelle Filippine le autorità chiedono di rimandare le gravidanze, il ministero della Salute della Giamaica scende in campo con il reggae in un video con i principali suggerimenti contro la zanzara. La canzone scritta e interpretata da Michael Abrahams, ginecologo, si chiama “We Nuh Want Zik V”, e insegna a proteggersi dalle zanzare eliminando tutti i possibili luoghi adatti alla loro riproduzione, come copertoni abbandonati o recipienti con acqua, oltre a raccomandare di proteggere dalle punture soprattutto le donne incinte. La canzone ha ricevuto il plauso anche di Tom Frieden, direttore dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi che ha definito questo sistema «un modo orecchiabile per prevenire Zika».

LO STUDIO
In Gran Bretagna, invece, viene ribadita l'importanza che le persone contagiate utilizzino il condom per almeno sei mesi. Uno studio, condotto su un singolo caso risalente al 2014 e descritto sulla rivista Emerging Infectious Diseases, infatti avrebbe dimostrato che il virus rimane nello sperma per almeno due mesi.

Le indicazioni dello studio britannico concordano con quelle del Cdc statunitense che, poche settimane fa, aveva dimostrato un contagio di Zika per via sessuale in un uomo di Dallas. Sia l'ente statunitense che il suo omologo europeo, l'Ecdc, consigliano di usare il preservativo in chi viaggia nei luoghi colpiti per 28 giorni, mentre per chi è positivo al virus la precauzione vale per sei mesi.


Nel frattempo gli scienziati brasiliani continuano a fornire nuove prove per collegare il virus Zika ai casi di microcefalia, il difetto che sembra colpire i bambini alla nascita quando la mamma è contagiata. Un collegamento, questo, che per l'Oms deve però essere ancora confermato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero