Olio pontino di ottima qualità ma la quantità è ancora ridotta

Olio pontino di ottima qualità ma la quantità è ancora ridotta
IL PRODOTTO L'olio pontino quest'anno è di ottima qualità, ma il...

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IL PRODOTTO

L'olio pontino quest'anno è di ottima qualità, ma il quantitativo è ancora una volta sottodimensionato: «Non siamo ai livelli dello scorso anno spiegano dal Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina - quando la produzione era stata del 40% in meno, ma è ancora sotto livello rispetto alla produzione solita del territorio pontino». I primi dati che emergono saranno illustrati in un incontro che si terrà venerdì (dalle 17:30 alle 20) presso la sala conferenze del Consorzio per lo sviluppo industriale Roma Latina e che servirà anche per valutare i profili organolettici e sensoriali degli oli nuovi della provincia di Latina. L'incontro si svolge nell'ambito dell'aggiornamento che ogni fine anno lo stesso Centro assaggiatori promuove per i suoi soci, ma è aperto alla partecipazione di coloro che sono coinvolti a vario titolo all'interno della filiera olivicola: produttori, frantoiani, assaggiatori, agronomi, agrotecnici. Ma anche a consumatori e appassionati. L'obiettivo dell'incontro è esaminare i pregi e i difetti degli stessi oli e a farlo saranno gli assaggiatori del Panel del Capol, coordinati da Luigi Centauri, capo Panel e presidente dello stesso Capol. «La conoscenza organolettica e sensoriale - afferma Centauri - è di importanza strategica soprattutto in stagioni difficili dal punto di vista quantitativo e solo un controllo analitico accurato può dare indicazioni certe sulla qualità del prodotto. Quest'anno si dovrebbero raccogliere 150 mila quintali di olive (l'anno scorso era stato di 90 mila e una diminuzione del 60%) e sarà una produzione distribuita sul territorio a macchia di leopardo, con alcune zone con una buona caricativa e altre con uno scarso raccolto». Di positivo però c'è che dalle prime analisi, gli oli nuovi dell'agro pontino risultano essere di grande pregio, in particolare l'Itrana «è capace di regalare un olio dal sapore inconfondibile, con note mediamente piccanti e amare, e dall'intenso sentore fruttato di foglia di pomodoro ed erba verde spiega il presidente Capol - con un buon quantitativo di polifenoli bioattivi». L'obiettivo di Capol quello di favorire il consumo consapevole e aiutare gli olivicoltori ad ottimizzare la loro produzione. E i numeri sono imponenti perchè sono 11.728 i produttori distribuiti su 10.314 ettari che coltivano circa 2.500.000 di piante, soprattutto della varietà Itrana che rappresenta il 70% dell'intera coltivazione.

Fra.Ba.
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Il Messaggero