Nuove imprese i tanti ostacoli che frenano le energie vitali

Nuove imprese i tanti ostacoli che frenano le energie vitali
Andrea RicciLe prossime elezioni regionali metteranno la nuova giunta di fronte a una serie di sfide fondamentali. La più impegnativa delle quali è quella di ridare un po' di...

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Andrea Ricci

Le prossime elezioni regionali metteranno la nuova giunta di fronte a una serie di sfide fondamentali. La più impegnativa delle quali è quella di ridare un po' di speranza al numero inaccettabile di giovani che non riescono a trovare lavoro e ai disoccupati che il lavoro l'hanno perso negli ultimi anni di crisi. Questo significa, ne più ne meno, dotarsi una strategia di politica economica capace di attivare le forze produttive e imprenditoriali più vitali del nostro territorio.

Facile a dirsi. I problemi veri nascono quando si tratta di decidere cosa fare e con quali strumenti, viste le poche risorse finanziarie a disposizione.
Premesso che nessuno ha la bacchetta magica, per capire cosa fare si potrebbe iniziare da una semplice constatazione. Le energie imprenditoriali non sono monopolio esclusivo delle imprese che già operano sul mercato. Anzi. Oggi più che mai è lecito sospettare che le energie imprenditoriali più vitali siano ancora largamente inespresse, in Umbria come nel resto del paese.
Basta pensare a tutti quei giovani che escono dalla scuola e dall'università con buone idee imprenditoriali e poche o nessuna possibilità di realizzarle. Questi ragazzi si trovano di fronte un sistema bancario poco propenso, si fa per dire, a concedere finanziamenti per progetti di investimento innovativi, men che meno se chi presenta questi progetti non ha alle spalle solide garanzie patrimoniali. Non parliamo poi degli oneri burocratici e fiscali che deve affrontare chiunque voglia aprire un attività produttiva.
C'è un dato statistico che descrive queste difficoltà meglio di altri. In Umbria solo il 17% degli imprenditori è laureato, solo 16 % di essi ha meno di 35 anni, mentre la quota delle aziende gestite da manager selezionati sul mercato delle professionalità è quasi inesistente, pari al 1.8%.

Queste caratteristiche non sono un male di per se. E' del tutto evidente che ci sono eccellenze aziendali gestite in modo familiare e imprenditori di successo in avanti con gli anni e titoli di studio non certo elevati.
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Il Messaggero