Mini rimpasto nelle società di Stato

Mauro Moretti
Un primo passaggio c’è stato ieri. I consulenti del Tesoro, i cacciatori di teste Spencer Stuart e Korn Ferry, hanno iniziato a fare una scrematura delle...

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Un primo passaggio c’è stato ieri. I consulenti del Tesoro, i cacciatori di teste Spencer Stuart e Korn Ferry, hanno iniziato a fare una scrematura delle autocandidature che sono piovute a via XX Settembre, sede del ministero dell’Economia, per prendere le redini dei più importanti gruppi pubblici del Paese: dall’Eni all’Enel, passando per le Poste fino a Leonardo-Finmeccanica e Terna. L’intenzione è arrivare al prossimo 20 marzo, data ultima consentita dalla legge per pubblicare la lista del cda dell’Eni, la cui scadenza viene indicata come “dead line” per tutte le partecipate che pure scadono più avanti.


Per i manager pubblici sono dunque giorni frenetici. L’ultima tornata del giro di poltrone pubbliche prima dell’attuale, era stata condotta personalmente da Matteo Renzi e in pieno stile “rottamazione”. Azzerati tutti i precedenti consigli, dentro gente nuova: Claudio Descalzi alla guida del Cane a sei zampe, Francesco Starace all’Enel, Francesco Caio alle Poste, Matteo Del Fante a Terna e Mauro Moretti a Leonardo-Finmeccanica. Tre anni dopo Renzi non è più a Palazzo Chigi e la procedura tecnica di scelta è ricaduta sotto la disciplina della «direttiva Saccomanni», dal nome del ministro dell’Economia che la battezzò, che volle un rigido processo di valutazione, condotto da consulenti esterni, dei nomi chiamati a guidare il fior fiore delle società pubbliche. Al momento, insomma, siamo in questa fase di valutazione dei risultati che, peraltro, si sta svolgendo anche pubblicamente nella Commissione Industria del Senato per volere del presidente Massimo Mucchetti. 

I RISULTATI
Tutti gli attuali manager hanno potuto portare buoni risultati. Moretti, in Leonardo-Finmeccanica, ha annunciato il ritorno al dividendo dopo sei anni. Starace all’Enel, un utile in crescita a 3,2 miliardi. E tutti hanno promesso ricche cedole all’azionista Tesoro. Sul piano “pratico”, insomma, gli attuali manager avrebbero dimostrato di avere buone carte per ottenere la conferma per un secondo mandato. Le cose si complicano quando si passa al livello “politico”.
In questo caso la valutazione più delicata riguarda la posizione di Moretti, da poco condannato a sette anni in primo grado per il grave incidente di Viareggio. Sulla sua conferma ci sarebbero i dubbi del Quirinale, preoccupato da eventuali conseguenze nell’opinione pubblica ancora scossa dalla strage. Sicché, per l’eventuale successione di Moretti si fa il nome di Fabrizio Giulianini, attuale numero uno di Selex e capo dell’intero settore dell’elettronica di Leonardo: una scelta in continuità.

Un’alternativa della quale pure si discute è il trasferimento di Caio dalle Poste alla società della Difesa, uno spostamento che libererebbe un posto al quale ambirebbero sia Matteo Del Fante, attuale numero uno di Terna, sia l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabio Gallia. Ma a sconsigliare la mossa sarebbe la volontà del governo di muovere in questa fase meno pedine possibili: troppa confusione politica e troppi rischi di ricadute indesiderate sul mercato. Dunque, è il ragionamento, meglio sarebbe lasciare il più possibile le cose come stanno.
Ciò vale anche per Starace e Descalzi. Con un’incognita: l’eventuale rinvio a giudizio del manager del Cane a sei zampe nell’inchiesta della procura milanese sulle tangenti in Nigeria. Qualora fosse difficile difendere la posizione di Descalzi, fatalmente il risiko delle nomine si allargherebbe. Ma per ora questa ipotesi non viene presa in considerazione tra Tesoro e Palazzo Chigi.


Dei ricambi, invece, potrebbero esserci tra i presidenti. Renzi aveva scelto la via in rosa, Luisa Todini alle Poste, Emma Marcegaglia all’Eni, Patrizia Grieco all’Enel e Catia Bastioli in Terna. Non è ancora chiaro se lo schema verrà mantenuto.
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Il Messaggero