Lo scandalo dell’italiano travolge il Nobel, espulsi due giudici del Comitato: avevano aiutato il chirurgo Macchiarini

Lo scandalo dell’italiano travolge il Nobel, espulsi due giudici del Comitato: avevano aiutato il chirurgo Macchiarini
Lo scandalo dell’italiano considerato pioniere dei trapianti di trachea, il chirurgo toscano Paolo Macchiarini, ha ora travolto anche due giudici del Comitato per...

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Lo scandalo dell’italiano considerato pioniere dei trapianti di trachea, il chirurgo toscano Paolo Macchiarini, ha ora travolto anche due giudici del Comitato per l’assegnazione del premio Nobel per la medicina. Anzi, ormai ex giudici, per via del loro legame con il nostro connazionale. Harriet Wallberg e Anders Hamsten, infatti, non faranno più parte del gruppo di 50 componenti del Karolinska Institutet di Stoccolma che il prossimo mese annuncerà l’annuale Nobel per la Medicina. La conferma arriva dal segretario della Nobel Assembly, Thomas Perlmann, che ha chiesto ai due medici di abbandonare la loro posizione all’interno del comitato per il ruolo da loro avuto al Karolinska nella controversa vicenda del medico italiano.


Si sospetta che Wallberg e Hamsten abbiano sottovalutato le scorrettezze di Macchiarini, permettendogli di lavorare nella prestigiosa istituzione svedese. Il legame con il chirurgo italiano è già costato molto ai due medici, oltre all’essere allontanati dalla commissione che ha il potere di far entrare uno scienziato meritevole nell’olimpo dei Nobel. Wallberg e Hamsten hanno infatti già lasciato importanti incarichi che ricoprivano al Karolinska Institutet. Lo stesso istituto è stato bersaglio di numerose critiche per come ha gestito le accuse di cattiva condotta scientifica contro Macchiarini. Helene Hellmark Knutsson, ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca svedese, durante una conferenza stampa, ha ribadito come l’inchiesta abbia dimostrato il mancato rispetto dell’Istituto verso l’etica e le leggi.

DA MAGO A IMPUTATO
Proprio al Karolinska, il chirurgo italiano aveva un incarico di ricercatore in biologia ed era anche consulente all’Ospedale universitario Karolinska, dove era giunto nel 2010. Considerato in passato un sorta di “mago” dei trapianti di trachea, Macchiarini è stato però licenziato lo scorso anno dal Karolinska Institutet dopo essere stato accusato di aver falsificato il proprio curriculum vitae e i risultati dei propri studi, con un pesante sospetto di negligenza scientifica. Lo specialista rischia una incriminazione per omicidio involontario da parte della giustizia svedese ed è sotto processo anche in Italia per truffa e tentata truffa. È sotto accusa per due interventi, uno su un uomo di Baltimora morto nel 2011 e uno su una bambina di due anni, sempre statunitense, morta nel 2013 pochi mesi dopo l’operazione. In entrambi i casi si trattava di tentativi di ricostruzione della trachea con le staminali dello stesso paziente, un intervento alla cui messa a punto ha collaborato lo stesso Macchiarini, che faceva parte del primo team che lo ha sperimentato al mondo, nel 2008.

Una vicenda che sta portando pesanti ripercussioni anche sui colleghi svedesi accusati di aver appoggiato il chirurgo italiano. Già lo scorso febbraio, il segretario generale del Premio Nobel per la Medicina, il genetista svedese Urban Lendahl è stato costretto a dare le dimissioni. Lendhal assunse Macchiarini ma, a seguito di un’inchiesta aperta dallo stesso Karolinska Institutet per fare luce sul reale curriculum del chirurgo toscano, ha deciso di lasciare l’incarico. 
 
IL GUP DI FIRENZE

Nel nostro paese, Macchiarini è accusato invece di aver cercato di convincere alcuni suoi pazienti a farsi operare in strutture private, con costi fino a 150 mila euro. Da parte sua, il chirurgo toscano - che attualmente pare risieda in Russia, dove dirige un progetto di rigenerazione dei tessuti - rigetta ogni accusa. La prossima tappa nella vicenda del chirurgo italiano è prevista per il 21 settembre a Firenze, dove si terrà l’udienza davanti al gup del tribunale fiorentino dove si è svolto il rito abbreviato e dove è in corso il processo a suo carico per truffa e tentata truffa. 
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Il Messaggero