Muore e lascia più di un milione ai poveri

Muore e lascia più di un milione ai poveri
LA STORIA CORCIANO Un'anziana signora muore e decide di lasciare oltre...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA STORIA

CORCIANO Un'anziana signora muore e decide di lasciare oltre un milione e 300mila euro ai poveri tra contanti e titoli, con in più immobili e terreni. Un lascito derivante dalle ultime volontà della pensionata che abitava a Corciano, ma originaria di un comune non molto distante. Ora tutto andrà nelle casse del comune di Corciano che dovrà destinare l'eredità alle opere rivolte a persone in difficoltà. L'ufficialità è arrivata attraverso una delibera del consiglio comunale che ha di fatto accettato l'eredità della benefattrice che ha deciso di aiutare il prossimo anche dopo la sua morte. Un atto di generosità derivante dalle ultime volontà che andrà a migliorare la vita delle famiglie del territorio visto che, si legge nella delibera comunale, «la defunta ha lasciato un testamento nel quale ha destinato tutti suoi averi ad opere buone senza indicare l'uso e il pubblico ufficio». Una situazione che è stata poi risolta grazie a un articolo del codice civile (il 630) che stabilisce che «le disposizioni a favore dei poveri e altre simili, espresse genericamente, senza che si determini l'uso il pubblico istituto a cui beneficio sono fatte, si intendono fatte in favore dei poveri del luogo in cui il testatore aveva il domicilio al tempo della sua morte, e i beni sono devoluti all'ente comunale di assistenza». Ed è qui che è entrata in gioco l'amministrazione comunale in forza del fatto «che nel caso in esame recita la delibera la signora risultava avere domicilio (e residenza) al tempo della sua morte a Corciano e che pertanto, la disposizione testamentaria deve intendersi fatta a favore dei poveri dell'ente comunale di assistenza del comune stesso, il quale acquista la qualità di Chiamato all'eredità. Ente che è stato soppresso, con il Chiamato all'eredità che deve, di fatto, identificarsi con il Comune stesso». Nel frattempo, sono in corso, da parte del curatore dell'eredità, «gli adempimenti di legge necessari all'Ufficio di curatela per ricostruire l'asse ereditario giacente da inserire nell'inventario in corso di predisposizione», con il consiglio comunale che ha accettato l'eredità giacente con acquisizione al patrimonio comunale dell'intero ammontare dell'inventario, dando mandato al segretario generale dell'ente di «procedere alla stipula dell'atto notorio di accettazione dell'eredità».

S.Can.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero