Montagna spaccata l'incidente ripropone il problema sicurezza

Montagna spaccata l'incidente ripropone il problema sicurezza
L'incidente occorso a Gaeta ad una turista della provincia di Sondrio riapre ancora una volta molti interrogativi sulla reale preparazione di chi si avvicina a questo sport....

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L'incidente occorso a Gaeta ad una turista della provincia di Sondrio riapre ancora una volta molti interrogativi sulla reale preparazione di chi si avvicina a questo sport. La giovane, 29 anni, si stava calando in corda doppia' dall'imbocco della via dei camini quando è andata a collidere con una gamba contro la parete rocciosa, rimanendo poi bloccata nel vuoto e riportando lesioni.


Da quanto si apprende l'impatto sarebbe sopraggiunto prima della prima di due soste, in cui è suddivisa la calata. Ma questo è solo l'inizio di chi vuole affrontare questo tipo di esperienza. La discesa prevede due calate, durante le quali ci sono dei tratti di vuoto a cui occorre essere abituati ed evitare strani movimenti spiega la Guida Alpina Lorenzo Trento - soprattutto, prima di calarsi, occorre essere consapevoli che non vi è altra via d'uscita, se non risalire la stessa arrampicando.
«Ci sono anni luce aggiunge - tra l'attività in corda doppia e quelle in palestra o in falesia: la Montagna spaccata (definita tra gli addetti Gaeta Classica, per distinguerla dai settori presenti all'Arenauta ed a Monte Moneta) a mio avviso non può essere definita arrampicata sportiva, poiché le prestazioni si svolgono in un ambiente non controllato e bisogna essere ben consapevoli dei propri mezzi».
«Diverse vie conclude - hanno richiodature risalenti al 2005 ed essendo soggette alla corrosione marina stanno diventando inutilizzabili».
Di qui l'invito a farsi accompagnare da una guida alpina, anche per valutare attentamente la tenuta delle protezioni. Per chi invece desidera affrontare vie a più tiri in autonomia (cosiddetta arrampicata da primo), Trento consiglia di iscriversi a corsi di più giorni, che su questi speroni rocciosi non mancano. Durante la stagione invernale le falesie di Monte Orlando, insieme a quelle della grotta dell'Arenauta e quelle di monte Moneta, rappresentano una meta molto appetibile per gli amanti di questo sport. Molte vie diventano poi vietate in primavera, quando è privilegiata la protezione del falco pellegrino ed altre specie. L'arrampicata si svolge infatti per buona parte in zone a protezione speciale e la convivenza tra gli calatori e la natura è regolamentato da anni da appositi protocolli.

Antonello Fronzuto
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Il Messaggero