«Mio padre legato al letto in ospedale perché era troppo agitato»

Esposto alla Asl di Latina della famiglia dell'uomo. La figlia: sui medici non voglio generalizzare, ma serve più umanità

«Mio padre legato al letto in ospedale perché era troppo agitato»
Legato alle sponde del letto del pronto soccorso perché agitato. Dopo 6 giorni di attesa finalmente il ricovero in reparto. Nel racconto di Emanuela l'odissea del...

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Legato alle sponde del letto del pronto soccorso perché agitato. Dopo 6 giorni di attesa finalmente il ricovero in reparto. Nel racconto di Emanuela l'odissea del padre, Enio, 78 anni di Cisterna, vissuta da vicino all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Lo scorso sabato l'uomo è stato ricoverato al pronto soccorso per una polmonite (il paziente è affetto da fibrosi polmonare, è cardiopatico e con insufficienza renale). Lunedì Enio, secondo la ricostruzione della famiglia, ha iniziato a chiamare i parenti riferendo di stare male e di essere preoccupato.

«Abbiamo quindi chiamato il centralino del pronto soccorso - spiega Emanuela - dove la dottoressa del turno notturno, evidentemente alterata, ci ha riferito che il paziente disturbava ed era agitato, quindi è stato "contenuto" e gli hanno dato dei calmanti. Ci siamo subito recati in ospedale dove la dottoressa mi ha informato che non gli sono stati somministrati i medicinali che assume a casa, nonostante li avessimo consegnati al personale sanitario all'accettazione con la relativa posologia e ben specificato al medico del 118 che lo ha portato al pronto soccorso e trascritto tutto. La cosa sconvolgente è che lo abbiamo trovato con i polsi legati alle sponde del letto mentre implorava aiuto, sporco di catarro e in stato di agitazione. L'ho slegato e pulito ma subito dopo altra dose di calmanti dopo nemmeno due ore da quella precedente».


La doppia somministrazione ha preoccupato ancor più Emanuela avendo il padre sia il cuore sia i reni malfunzionanti. «Non mi hanno dato retta e a mezzanotte sono stata allontanata dalla sorveglianza e sono rimasta fino alle 2 di martedì in sala di attesa continua Emanuela quando mi hanno riferito che era di nuovo agitato e quindi o firmavo le dimissioni o erano costretti a "contenerlo" di nuovo».


Tutto questo è stato riportato in un esposto all'Urp della Asl, firmato da Emanuela e timbrato dagli uffici. Come è andata a finire? «Finalmente giovedì sera mio padre è stato ricoverato, seppur nel reparto malattie infettive perché dopo due tamponi è risultato pure positivo al Covid, contratto al pronto soccorso, ma è stato isolato e soprattutto trattato umanamente e con tutte le cure del caso. I medici del Goretti sono altamente professionali e capisco che il sovraffollamento del pronto soccorso mette a dura prova il personale medico ma questo non giustifica la disumanità che ho visto con i miei occhi e che ho denunciato perché non accada ad altri».
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Il Messaggero