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Riqualificazione della struttura e nuovi servizi, tra cui, principale, il food, ovvero la possibilità di ristorazione, con la preparazione e degustazione in sito dei prodotti locali venduti a chilometro zero.
Sono solo alcune delle idee per far tornare a nuova vita il mercato annonario di viale Don Morosini, struttura storica di Latina, chiusa ormai da anni, a causa della fatiscenza e della mancanza di requisiti minimi. Da anni, infatti i banchi del mercato sono temporaneamente ospitati presso l'ex Consorzio agrario di via Don Minzoni, destinato però in un prossimo futuro a ospitare la Casa della Musica e il Dizionario italiano della musica (Dim), la cui gara per la progettazione è stata appena approvata. Il futuro del mercato annonario torna quindi di prima attualità, e irrompe nella campagna elettorale per le amministrative del capoluogo pontino, che si svolgeranno il 3 e 4 ottobre.
COLETTA
L'amministrazione uscente ha già da tempo ricevuto una manifestazione di interesse di una possibile iniziativa sotto forma di progetto di finanza.
ZACCHEO
Una visita alla sede temporanea è stata svolta nei giorni scorsi anche dal candidato sindaco del centrodestra, Vincenzo Zaccheo, nel cui programma è presente la riqualificazione e riattivazione della sede storica del mercato. Anche in questo caso, tornano le esigenze di riportare gli operatori in viale Don Morosini, di aprire il mercato oltre l'attuale orario di chiusura (le 14), e di poter avviare la ristorazione. Nel suo programma, Zaccheo definisce il mercato coperto come nuovo polo alimentare, spiegando l'esigenza di «avviare da subito un'incisiva azione di recupero per la sua riapertura e valorizzazione». Zaccheo stesso spiega che «la città ha diritto ad un mercato annonario i cui protagonisti siano gli operatori. Detto questo, un mercato che chiude alle 14 non può essere sufficiente per una città contemporanea. Oltre alla classica funzione di mercato annonario, pensiamo ad un'area food che cucini i prodotti enogastronomici provenienti dal mercato stesso. Dal pranzo, all'aperitivo passando per la cena, dovrà essere una vetrina per le eccellenze della nostra enogastronomia».
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Il Messaggero