IL CASOROMA Si ricorrerà a «ogni mezzo, a ogni tecnologia usata in ogni parte del mondo, per tutelare l'incolumità dei magistrati di Palermo». Lo ha assicurato il ministro...
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ROMA Si ricorrerà a «ogni mezzo, a ogni tecnologia usata in ogni parte del mondo, per tutelare l'incolumità dei magistrati di Palermo». Lo ha assicurato il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ieri a presieduto, al Viminale, un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dopo le rivelazioni dell'aspirate pentito Vito Galatolo, boss dell'Acquasanta, su un progetto di attentato al pm di Palermo Nino Di Matteo pianificato da personaggi esterni a Cosa nostra, e dell'arrivo di un carico di esplosivo in città. In sostanza, si sarebbe deciso di cercare, anche a livello internazionale, un modello sofisticato di bomb jammer - dispositivo elettronico in grado di neutralizzare ordigni esplosivi radio comandati - che però non sia nocivo alla salute del magistrato e degli uomini della sua scorta, già da tempo innalzata al livello massimo di sicurezza. Alla riunione al Viminale, durata oltre due ore, hanno partecipato i vertici nazionali delle forze dell'ordine, il direttore del Dis Giampiero Massolo, il procuratore generale Roberto Scarpinato, il procuratore di Palermo Leonardo Agueci e quello di Caltanissetta Sergio Lari. Presente anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Ci sono interventi sulle strutture degli uffici giudiziari palermitani su cui - ha detto il ministro - ho convocato 'ad horas' un incontro con i rappresentanti del Comune e degli Enti locali per accelerare misure» che assicurino maggiore sicurezza.
Il Messaggero