Mafia capitale, sostituita la direttrice del carcere

Mafia capitale, sostituita la direttrice del carcere
IL CASOSULMONA Per lei «è una enorme falsità, una mascalzonata e basta, che serve solo a gettare polvere su di me o sul volontariato», sta di fatto che dall'altra sera Silvia...

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IL CASO
SULMONA Per lei «è una enorme falsità, una mascalzonata e basta, che serve solo a gettare polvere su di me o sul volontariato», sta di fatto che dall'altra sera Silvia Pesante (nella foto), dopo appena un anno di mandato, non è più la direttrice del carcere di via Lamaccio a Sulmona. Al suo posto è stato richiamato Sergio Romice, ex direttore allontanato per la gestione del caso Aiello (luogotenente di Provenzano, che ottenne nel marzo 2012 gli arresti domiciliari perché affetto da favismo), ma che per quella vicenda venne poi pienamente prosciolto dal ministero della Giustizia. Solo che questa volta ad allontanare la direttrice, non è stato un menu sbagliato; ma, a quanto sembra, le intercettazioni spuntante dal fascicolo di «Mafia capitale». Al telefono ci sono l'imprenditore Mario Zurlo e Riccardo Brugia, braccio destro di Massimo Carminati, che parlano di una presunta relazione tra Luigi Ciavardini (uno dei Nar finito in carcere per la strage di Bologna) e «la bionda direttrice» che, quando era a Frosinone, avrebbe affidato, secondo Zurlo, all'ex terrorista nero (che smentisce la ricostruzione fatta) e alla sua cooperativa sociale la gestione del verde intorno al carcere. «Gli ho detto di stare attento - dice Zurlo, riferendosi a Ciavardini - perché il giorno che non te la porti più a casa questa te fa leva la semilibertà». «Ho avuto contatti con certa gente, per via del mio lavoro, ma so anche che si tratta di un 'certo tipo di gente' - spiega la Pesante -, mentre per fortuna la buona parte del volontariato che opera coi detenuti è sana. Sono strutture con le quali, dove ho lavorato, mi sono trovata bene. Il mio avvicendamento a Sulmona poi fa parte delle disposizioni: lì ero provvisoria, così come chi mi ha sostituito. Si è trattato di un normale passaggio di consegne». Il suo contratto era scaduto in effetti il 25 novembre e non è stato rinnovato, ma finora nessun direttore era rimasto solo un anno.

Patrizio Iavarone

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