Migliaia di chiamate. Quasi sussurrate da una stanza chiusa per fare in modo che l'orco in casa non senta la richiesta di aiuto. È l'inferno che tantissime donne...
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L'ulteriore conferma di queste drammatiche situazioni arriva dall'Istat: dai primi di marzo fino al sedici aprile, le chiamate al numero anti violenza 1522 sono state oltre il 70 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
E anche l'Umbria ha registrato un aumento importante di richieste d'aiuto.
Oltre alle richieste di aiuto si chiama anche per avere
informazioni sul servizio 1522 (28,3%), o per manifestare altre situazioni di disagio diverse dalla violenza (17,1%). Nel 60,6% dei casi le chiamate arrivano tra le 9 e le 17; quelle durante la notte e la mattina presto, solitamente in numero minore, hanno raggiunto il 17,5% durante il lockdown. Il 45,3% delle vittime che si è rivolto al 1522 ha paura per la propria incolumità o di morire; il 72,8% non denuncia il reato subito.
Nel 93,4% dei casi la violenza si consuma tra le mura domestiche, nel 64,1% si riportano anche casi di violenza assistita. Non solo: il 56% delle richieste di aiuto arriva da parte di vittime con figli e il 33,7% da parte di vittime con figli minori. Ma c'è un elemento positivo: i numeri sono in aumento perché sempre più donne decidono di denunciare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero