Le caverne scolpite ad arte nelle viscere del New Mexico

Le caverne scolpite ad arte nelle viscere del New Mexico
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IL PROGETTO
NEW YORK

Qualcuno le ha soprannominate “le cappelle sistine del deserto”. Lui, Ra Paulette, ammette che le considera «dei santuari». Ma nell'arido panorama del Nuovo Messico non sono visibili a occhio nudo. Bisogna cercare le aperture nel terreno, e avere il coraggio di calarsi nelle viscere della terra. Allora un panorama irreale accoglierà i visitatori: nella bianca pietra arenaria delle caverne Paulette ha scolpito colonne, archi, scale, gradini, rosoni, bifore e volute. Ha lavorato la pietra per anni, rendendola liscia, e creando percorsi scolpiti in modo che il sole che entra dalla bocca delle grotte crei suggestivi giochi di ombre e luci. Le ha chiamate «luminous caves», caverne luminose.
LA NOTORIETÀ
Da 25 anni Ra Paulette scava nelle viscere del Nuovo Messico. Ma solo da un anno è diventato famoso, da quando il documentario "Cave Digger", del regista Jeffrey Karoff, è andato agli Oscar e tutti hanno scoperto che Paulette aveva scolpito già 12 cave. Paulette non è un architetto, e non ha neanche studiato arte. Anzi, da giovane ha fatto il lavorante nelle fattorie. Ma ama la natura, e pensa che ognuna delle sue creazioni sotterranee sia un rifugio in cui ritrovare la serenità. Fino all'uscita del documentario, ha creato cave per i ricchi della zona, prendendo 12 dollari all'ora. Ma spesso ha abbandonato i progetti, per «divergenze artistiche» con i proprietari. Ora però che Paulette è diventato un nome noto, uno dei proprietari sta vendendo la sua cava per una cifra di quasi un milione di dollari.
Paulette non è affatto disturbato dal fatto che a lui non andrà neanche un centesimo, «non importa, sono felice», assicura. Solo, sotto la crosta della terra, dice di «aver capito meglio il significato della vita». Attualmente sta creando un progetto privato, che dovrebbe impegnarlo per altri tre anni: «Quando sarà finito - ha detto - spero che tutti coloro che la visiteranno proveranno sentimenti profondi di serenità».

Anna Guaita
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero