Il maestro Lo Pinto con Bossolo alle Paralimpiadi

Il maestro Lo Pinto con Bossolo alle Paralimpiadi
TAEKWONDO Dopo i fasti e le imprese olimpiche domani parte la 16^ edizione dei Giochi Paralimpici di Tokyo, con la squadra azzurra che si presenta all'appuntamento con il...

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TAEKWONDO
Dopo i fasti e le imprese olimpiche domani parte la 16^ edizione dei Giochi Paralimpici di Tokyo, con la squadra azzurra che si presenta all'appuntamento con il gruppo più nutrito di sempre: 115 atleti impegnati in 15 discipline. Dopo l'emozione vissuta con l'oro del pugliese Vito Dell'Aquila (fu la prima madaglia tricolore), per il maestro latinense Giovanni Lo Pinto sarà la seconda avventura di fila nel giro di poche settimane. Sarà a bordo tatami per seguire e sostenere da vicino le gesta del palermitano Antonino Bossolo, classe '95, delle Fiamme Oro, entrato nella storia qualificando per la prima volta l'Italia nel taekwondo. Cresciuto nella piccola palestra di Casteldaccia, a 18 km da Palermo, il siciliano rappresenta un esempio di tenacia, ancor più dopo lo stop forzato nel 2016 che gli fece perdere posizioni nel ranking mondiale. Oro europeo a Sofia, tre volte bronzo continentale e vicecampione mondiale, è riuscito a superare ogni ostacolo grazie alla sua determinazione, raggiungendo quella Paralimpiade che sin da piccolo era il suo pensiero fisso, lui che il dobok bianco lo indossa da quando aveva 11 anni.


Sarà in gara nella categoria K44 (61 kg), ultimo gruppo nella scala che parte da 41 e include gli atleti con amputazione monolaterale sotto il gomito o equivalente. Il tecnico Lo Pinto, dal 2014 dt dell'associazione sportiva Taekwondo 16 di via Pantanaccio (il primo settembre ripartono le attività), lo ha osservato passo dopo passo nei suoi allenamenti e tra l'altro nel ruolo di sparring partner di Bossolo c'erano altri due giovani allievi del club del capoluogo come Lorenzo Glaviano e Manuel Millefiori.
«La mattina il lavoro era di tipo atletico, pesi, velocità, resistenza, respirazione. Il pomeriggio si è passati al combattimento, si studiava la tattica» spiega il 48enne tecnico azzurro (dal 2013) e coach delle Fiamme Oro, che ha dedicato quest'estate profondo impegno e passione alla Nazionale. Fu tra l'altro il primo italiano a vincere l'oro ai Mondiali Militari nel 1996 a Pula (sulla punta dell'Istria croata) e l'anno successivo fu d'argento ad Ariccia.

Andrea Gionti
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Il Messaggero