Latina, ecco il nuovo piano del Comune contro la corruzione

Latina, ecco il nuovo piano del Comune contro la corruzione
 Una nuova struttura, con tre parti (generale, speciale e sistema di monitoraggio); un elenco dettagliato di ben 163 processi a rischio corruzione e 563 rischi possibili, tra...

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 Una nuova struttura, con tre parti (generale, speciale e sistema di monitoraggio); un elenco dettagliato di ben 163 processi a rischio corruzione e 563 rischi possibili, tra cui spicca anche la novità di quelli connessi all'emergenza Covid; un sistema di monitoraggio ancora più capillare. Ecco il nuovo piano triennale 2021-2023 per la Prevenzione della corruzione e per la trasparenza del Comune di Latina, approvato ieri dalla giunta.


Un documento che, spiega il vice sindaco e assessore alla Legalità, Maria Paola Briganti, «costituisce il naturale proseguimento e l'implementazione dei precedenti Piani, orientandosi al risultato e al miglioramento continuo attraverso la messa in campo delle necessarie misure di prevenzione della corruzione non solo generali, ma anche specifiche». Il piano è un documento monumentale: la parte generale consta di 113 pagine, quella speciale di 603 pagine e il sistema di monitoraggio di 197 pagine, in cui l'ente fissa nuovi paletti.

I CLAN PONTINI

Con una premessa in cui viene presentata la situazione del territorio pontino: dati e numeri non solo della popolazione e delle imprese, ma anche una fotografia delle infiltrazioni criminali: «Nella città di Latina - si legge - opera da anni un agguerrito clan di origine nomade imparentato con il clan Casamonica, la cui pericolosità è stata accertata da diverse sentenze anche passate in giudicato che hanno statuito l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere». Non solo: si afferma che, in seguito a indagini come Don't touch prima e Olimpia poi, «emergeva un'elevata quantità di affidamenti di lavori che, anziché essere oggetto di un'attività di pianificazione e programmazione degli interventi, veniva disposta in modo tale da apparire funzionale ad un artificioso frazionamento della spesa in cui, non raggruppandosi i lavori in appalti di importo superiore ai 100 mila euro, si eludeva il necessario ricorso alle procedure ad evidenza pubblica».

URBANISTICA E AMBIENTE

Il piano è stato quindi ora aggiornato con criteri più stringenti nei settori dell'amministrazione più delicati. Dei 163 processi a rischio corruzione, molti sono in materia urbanistica, ambientale, delle attività produttive, in primo luogo i rilasci di permessi e autorizzazioni per avviare costruzioni e imprese, non ultime anche le farmacie e la vendita di parafarmaci, ma anche nel sociale, come l'erogazione di contributi a famiglie in difficoltà.

LE FASCE DI RISCHIO

Il Covid, infatti ha aperto nel 2020 nuove fasce di rischio, come ricorda ancora la parte generale: «Il Covid-19 può dare la possibilità alle compagini criminali di proporsi alle famiglie e ai piccoli imprenditori che si troveranno in grave carenza di liquidità come welfare alternativo».
Ecco perché, secondo la Briganti, il Piano «costituisce un efficace strumento per la diffusione della cultura della legalità e dell'integrità all'interno dell'amministrazione: insieme al sistema dei controlli interni e alle informative antimafia, si pone al centro di un percorso di cambiamento costantemente sviluppato nel corso del mandato amministrativo».
Andrea Apruzzese


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Il Messaggero