Casati: «In troppi hanno festeggiato servono più controlli e responsabilità»

Casati: «In troppi hanno festeggiato servono più controlli e responsabilità»
L'ANALISI Il lockdown natalizio non è servito, neppure il coprifuoco, neppure la chiusura dei bar e dei ristoranti. I dati sui contagi della prima settimana del 2021 lo...

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L'ANALISI
Il lockdown natalizio non è servito, neppure il coprifuoco, neppure la chiusura dei bar e dei ristoranti. I dati sui contagi della prima settimana del 2021 lo dicono chiaramente: è stata la peggiore di sempre, per tre volte sopra ai trecento nuovi positivi su sette giorni. In sette giorni ci sono stati oltre 1600 nuovi contagiati (oltre duemila dall'inizio dell'anno). Cosa non ha funzionato? Lo abbiamo chiesto al manager della Asl, Giorgio Casati.


«Le misure restrittie le vedo poco efficaci rispetto alla possibilità di modificare i comportamenti senza la capacità di esercitare controlli, se le persone si possono muovere liberamente finiscono per farlo».
Quindi in provincia di Latina abbiamo festeggiato un po' troppo?
«La gente ha sfruttato le possibilità concesse per fare tutte le proprie attività, a cominciare dal ricongiungimento con i parenti stretti. Lo dimostra che i contagi hanno quasi tutti collegamenti familiari o amical. In troppi hanno festeggiato in barba alle disposizioni».
Preoccupati di quello che può succedere?
«I segnali di preoccupazione ci sono. Ma la Asl non può controllare il territorio. Serve che ciascuno faccia la sua parte, ma alla luce di questi numeri è necessariofare qualcosa di più. Non parlo di chiudere tutto, ma di controllare il territorio oggettivamente. Noi possiamo fare appelli e cercare di spiegare, ma serve a poco.
Se dopo 15 giorni di zona rossa e arancione il risultato è questo, sove saremo tra due settimane senza ulteriori restrizioni?
«Difficile fare proiezioni sull'andamento dell'epidemia, ancor più su base provinciale. Quello che vediamo è un andamento instabile, tra giorni tra giorni terribili e giorni con contagi che sembrano essersi calmati. Può pesare il numero variabile di tamponi, ma non abbiamo ritardi. L'ultimo dato è di 119 contagi su 576 tamponi molecolari lavorati».
Vi date una spiegazione sul perché a Latina sembra di essere già nella terza ondata?
«Io penso che questa situazione ce la trasciniamo da questa estate, una positività diffusa che non riesci a comprimere oltre un certo livello, un numero importante di asintomatici che circola e che continua a trasmettere il virus».
Lo screening degli studenti può aiutare a fare emergere i positivi nelle famiglie?
«Ma nelle scuole l'adesione è bassa, abbiamo mandato tre comunicazioni agli istituti. Evidentemente c'è scarsa sensibilità. Se un domani dovesse arrivare un provvedi ento di zona rossa forse la gente rifletterà. Ma lo ripeto: bloccare tutto non basta. Servono controlli e soprattutto maggiore responsabilità».

Vittorio Buongiorno
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero