Concorso Asl, doppia verità sulla presenza dei parenti alle prove

Concorso Asl, doppia verità sulla presenza dei parenti alle prove
 Dopo l'annullamento del concorso Asl per presunti favori a candidati parenti di altri dipendenti dell'azienda sanitaria, emergono dei particolari che delineano un...

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 Dopo l'annullamento del concorso Asl per presunti favori a candidati parenti di altri dipendenti dell'azienda sanitaria, emergono dei particolari che delineano un quadro piuttosto complesso. Dopo un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Nicola Calandrini, il ministro Renato Brunetta ha risposto illustrando la versione fornita dalla ASL agli ispettori inviati dalla Funzione Pubblica. Si tratta di una ricostruzione dei fatti ben diversa rispetto a quella riportata nero su bianco dalla direttrice Silvia Cavalli nella delibera di annullamento del concorso.


Brunetta riassume il contenuto della nota arrivata dalla Asl di Latina all'Ispettorato il 17 marzo scorso. Nel testo viene spiegato che il personale individuato per l'espletamento del concorso era stato «invitato a comunicare l'esistenza di eventuali situazioni di incompatibilità - parentela nei confronti di uno dei candidati ammessi al concorso». E in effetti «alcuni dei dipendenti individuati, circa 270, hanno comunicato/richiesto di essere esonerati dal servizio di vigilanza per i più disparati motivi», dalla parentela ai motivi di salute. Così è stato chiesto all'UOC Professioni Sanitarie l'invio di ulteriore personale. La nota spiega anche che «per alcuni dipendenti erano note situazioni di eventuale incompatibilità per parentela o conflittualità di interesse, però sono state giudicate irrilevanti, innocue, ed ininfluenti in quanto avrebbero dovuto effettuare mansioni quali rilevazione della temperatura tramite termoscanner, regolamentazione dell'accesso, afflusso e deflusso dai varchi di ingresso della sede di svolgimento della prova».

Una valutazione che ha portato la ASL a considerare «legittima la procedura concorsuale».
Un parere esattamente opposto a quello della direttrice Silvia Cavalli, insediata pochi giorni dopo la comunicazione inviata agli ispettori ministeriali. «Basta leggere la delibera da lei firmata - commenta Nicola Calandrini - per rendersi conto che la presenza di personale di vigilanza in rapporti di parentela con alcuni candidati costituisca in realtà un conflitto di interesse e una violazione dei principi di imparzialità e trasparenza cui l'azienda sanitaria è obbligata ad attenersi. Per tali ragioni, bene ha fatto la dottoressa Cavalli ad annullare il concorso. Peccato che chi l'ha preceduta abbia inteso la vicenda in modo decisamente diverso e oserei dire superficiale, tanto da sostenere che tutto fosse legittimo. L'esito dell'interrogazione mi ha lasciato a dir poco sorpreso. In attesa dei riscontri delle attività di indagine in corso, mi riserverò di chiedere ulteriori approfondimenti affinché siano accertate le responsabilità».


E intanto l'indagine della Procura di Latina prosegue a ritmo sostenuto. Negli ambienti investigativi non trapelano dettagli sulle attività in corso, ma emerge una netta accelerazione dell'inchiesta che potrebbe avere sostanziali sviluppi imminenti. La sospensione del concorso non ha influito più di tanto sulle indagini in corso, visto che il materiale era stato già acquisito in precedenza e molti interrogatori sono stati già ultimati. Non si parla di ammissioni di responsabilità in merito ai presunti favori nei confronti dei parenti di, ma qualche riscontro potrebbe essere già stato individuato dagli investigatori.
Marco Cusumano
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Il Messaggero