LA STORIA UMBERTIDE Stalking, italiano ai domiciliari. Incurante della misura

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LA STORIA

UMBERTIDE Stalking, italiano ai domiciliari. Incurante della misura cautelare del divieto di avvicinamento per atti persecutori, minacce e lesioni, un 44enne di Umbertide ha continuato a importunare in maniera pesante l'ex compagna. L'ha seguita, molestata e perseguitata in continuazione. L'ha costretta a vivere nella paura. Nei giorni scorsi la donna, mentre si trovava a bordo della sua macchina, ha notato l'uomo che la pedinava a distanza con la propria auto, cercando di non farsi notare. Spaventata, ha chiamato la Polizia. La pattuglia del Commissariato di Città di Castello, giunta in aiuto, l'ha trovata molto scossa anche se lui nel frattempo si era allontanato. Rassicurata dai poliziotti e sentendosi protetta, lei ha formalizzato immediatamente la denuncia negli uffici di via Morandi. Informata del caso, l'autorità giudiziaria ha emesso la misura di aggravamento e disposto gli arresti domiciliari a carico di quell'ex troppo invadente. Gli agenti dell'Ufficio Anticrimine lo hanno rintracciato, eseguendo il provvedimento. Non conosce soluzioni di continuità la violenza di genere in Altotevere. Appena il mese scorso una donna, stanca ed impaurita dalle continue vessazioni, aveva presentato denuncia in Commissariato dopo essere stata costretta a chiedere aiuto in più occasioni per tutelare la propria incolumità. L'ex fidanzato la terrorizzava con appostamenti continui sotto casa, ripetute chiamate telefoniche, messaggi a nastro. Addirittura era arrivato ad affiggere negli spazi pubblicitari del paese dove lei abitava manifesti con espressioni di nostalgia ed amarezza per quel rapporto andato in pezzi. A dicembre, per attirarne l'attenzione, lui, 45 anni, italiano, aveva tentato il suicidio. Una macchina della Polizia di Stato lo aveva convinto a desistere. Il rapporto territoriale più recente del punto d'ascolto della Usl Umbria 1 conta 16 contatti telefonici e 21 colloqui nel triennio 2014-2016. Emerge il grido di aiuto di donne dai 30 ai 40 anni, italiane ed immigrate. Da novembre, in via Luca Signorelli, nel cuore di Città di Castello, è aperto il Centro antiviolenza Medusa rivolto a tutto l'Altotevere. In parallelo è attivo il numero 353.4164699. In base al report del 2014, l'ultimo dell'Ufficio di cittadinanza dell'assessorato alle politiche sociali del Comune di Città di Castello, le donne accedono al servizio essenzialmente per problemi economici, a seguire vengono a galla episodi strettamente connessi alla violenza.

Walter Rondoni
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Il Messaggero