«L'italiano? Ho cominciato a parlarlo con Pjanic». Così Luis Suarez

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«L'italiano? Ho cominciato a parlarlo con Pjanic». Così Luis Suarez ha concluso il suo esame, tra battute su Juventus-Roma e e autografi per i bambini direttamente dalla cattedra. È uno dei particolari che emergono dal video del cosiddetto esame «farsa», che il bomber uruguagio ha sostenuto a palazzina Presciutti per ottenere la certificazione di lingua italiana necessaria per la cittadinanza, al centro della trattativa poi naufragata con la Juve. «Mi chiamo Luis, sono nato in Uruguay, sono calciatore professionista», così ha esordito davanti agli esaminatori dell'Università per stranieri, strappando subito una risata, registrata dalle telecamere nascoste dalla guardia di finanza, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore capo Raffaele Cantone, da poco arrivata alla chiusura indagini con, al momento, quattro indagati, tra ex vertici dell'ateneo, la professoressa che preparò il calciatore all'esame e un avvocato della Juve. Nel video, di circa 19 minuti, Suarez è quasi sempre ripreso di spalle, seduto a un tavolo con dall'altra parte i due esaminatori. Maglietta bianca, calzoncini jeans corti e scarpe da tennis, parla delle sue origini e della sua famiglia («Sono sposato con mia moglie da dieci anni e ho tre figli, il più piccolo si chiama Lautaro»), poi racconta: «A 15 anni cominciato a giocare a calcio», risponde ricordando le sue esperienze con la nazionale, con Aiax, Liverpool e Barcellona. «Nel tempo libero mi piace molto stare con la mia famiglia - racconta ancora l'attaccante -, gioco alla play station con i miei figli. Mi piace fare barbecue... gli amici». Poi gli esaminatori gli chiedono di descrivere due immagini tra quattro che gli vengono mostrate. «In questa ci sono una mamma e un bambino che fa i compiti» si sente dire Suarez. «E nell'altra?» gli viene chiesto ancora. «Ci sono quattro persone, papà, mamma, bambino e bambina, per fare spesa, bambino porta cocomera. Cocomero. Peperoni, frutta e verdura con il carrello». Immagini che, secondo le accuse, gli furono anticipate cinque giorni prima dell'esame dalla professoressa Stefania Spina. Che, invece, difesa dall'avvocato David Brunelli, ha chiarito come fossero esempi e solo parti del programma. Finito l'esame, nell'aula arriverà anche l'allora rettrice Giuliana Grego Bolli, dimessa in seguito all'inchiesta, insieme ad altre persone tra altri autografi e foto di rito. Compresa quella (con parte delle persone rimaste coinvolte nell'inchiesta) che avrebbe dovuto essere una pubblicità mondiale per l'ateneo e invece è diventato il ricordo di una figuraccia planetaria.

E.Prio.
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Il Messaggero