L'estorsione della “veggente”, donna di Latina raggirata e truffata: due arresti

L'estorsione della “veggente”, donna di Latina raggirata e truffata: due arresti
Una serie di raggiri messi in atto sfruttando la fragilità e la vulnerabilità della vittima, poi vere e proprie minacce per avere denaro. Così una donna di...

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Una serie di raggiri messi in atto sfruttando la fragilità e la vulnerabilità della vittima, poi vere e proprie minacce per avere denaro. Così una donna di Latina è caduta in una truffa e ha finito per consegnare migliaia di euro a due malviventi. Un'indagine dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Latina, guidata dal capitano Paolo Perrone, ha consentito di portare alla luce l'intera vicenda e di arrestare Barbara Soster, 51 anni, e Angelo De Petris, classe '93, accusati a vario titolo di tentata estorsione, violenza privata, minacce, percosse, indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento, truffa continuata in concorso. I due truffatori conoscevano la vittima e sapevano che stava attraversando un periodo di particolare fragilità. In occasione di un incidente stradale che aveva subito l'hanno quindi avvicinata cercando di conquistare la sua fiducia e poi sono entrati in azione al momento giusto, convincendola a consegnare loro la somma di 900 euro in cambio di un aiuto nella compilazione del modello di constatazione amichevole del sinistro. Da quel momento hanno architettato la truffa successiva andata avanti per diverso tempo, approfittando dello stato di ansia della donna dopo l'incidente.

Barbara Soster in particolare ha finto di essere una veggente e ha raccontato di poter parlare con gli angeli. Ha quindi raccontato alla vittima di vedere una situazione particolarmente negativa e di essere in grado di aiutarla, convincendola così a sottoporsi ad alcune sedute dietro pagamento di diverse somme di denaro. Dopo i primi raggiri la situazione è però cambiata e di fronte evidentemente alle prime resistenze della donna si è passati a minacce plateali, rivolte anche ai familiari, che hanno generato uno stato di angoscia nella vittima. Comportati bene, noi l'altra gente la squartiamo le dicevano, prospettandole anche l'ipotesi che, in caso di mancati pagamenti, sarebbe finita in carcere e avrebbe perso la potestà genitoriale. La donna a quel punto aveva anche paura di raccontare e denunciare tutto e soprattutto di rivelare l'identità dei suoi aguzzini.


Di fronte quindi alle crescenti richieste di soldi ha finito ogni volta per cedere consegnando complessivamente nelle mani della finta veggente e del suo complice 4.500 euro in contanti oltre alla sua carta Postepay con cui sono stati effettuati prelievi per 650 euro in 12 giorni. Un dramma vissuto in silenzio da cui era ormai sempre più difficile uscire, tanto che la vittima era arrivata a meditare di compiere gesti estremi pur di non rivelare la verità. I carabinieri però avevano già avviato le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Valentina Giammaria e dal procuratore capo di Latina Giuseppe De Falco, arrivando presto a portare alla luce l'intera storia. A nulla sono serviti i tentativi dei due truffatori di eliminare ogni traccia dei contatti avuti con la vittima, dai numeri salvati in rubrica alle conversazioni su whatsapp: l'attività investigativa ha permesso di ricostruire tutti gli episodi estorsivi e di interrompere la spirale di violenza e minacce restituendo serenità alla donna.

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Il Messaggero