L'ANALISI Il caso del video pubblicato e poi rimosso da Youtube ha avuto una

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L'ANALISIIl caso del video pubblicato e poi rimosso da Youtube ha avuto una forte eco anche a livello nazionale. Ieri la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, durante il...

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L'ANALISI
Il caso del video pubblicato e poi rimosso da Youtube ha avuto una forte eco anche a livello nazionale. Ieri la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, durante il question time alla Camera, ha usato parole forti riferendosi sia all'omicidio del diciassettenne in una rissa a Formia lo scorso 16 febbraio sia al video inneggiante alla criminalità di Latina.

«Fatti che denotano un disagio giovanile che è pericoloso trascurare - ha detto la ministra - Per contrastare queste condotte la risposta delle istituzioni non può essere solo repressiva ma occorre promuovere la cultura della legalità, anche sul web, dato che la pandemia ha determinato un aumento significativo degli utenti».
Lamorgese ha ricordato che la polizia «fa campagne informative sul corretto uso della tecnologia, con progetti di educazione alla legalità nelle scuole». Il ministero, ha aggiunto, «continuerà a mantenere costante e elevata l'attenzione sul tema».
L'importanza di non sottovalutare l'episodio della pubblicazione del video a sostegno del clan criminale dei Travali e Di Silvio, è stato sottolineato anche dal capo della Squadra Mobile della Questura di Latina, Giuseppe Pontecorvo: «Non bisogna continuare a definirle bravate perché sono messaggi gravi, con riferimenti espliciti a rapine e spartizione di denaro nell'ambito dell'attività criminale dei clan». Nel video emerge con evidenza l'attacco ai pentiti, un dettaglio particolarmente significativo visto che, grazie alle dichiarazioni di 4 collaboratori di giustizia, la polizia ha inflitto duri colpi al clan.
M.Cusu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero