L'aiuto dei barbieri di Sezze al collega fermato dal virus

L'aiuto dei barbieri di Sezze al collega fermato dal virus
LA STORIA«Non siamo più solo delle persone che fanno lo stesso mestiere, siamo diventati una grande famiglia» lo aveva detto, riferendosi ai suoi colleghi, poco prima di essere...

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LA STORIA
«Non siamo più solo delle persone che fanno lo stesso mestiere, siamo diventati una grande famiglia» lo aveva detto, riferendosi ai suoi colleghi, poco prima di essere ricoverato presso il reparto Covid del Santa Maria Goretti di Latina, il barbiere Sandro Mironti e, ora che è finalmente tornato a casa, la grande famiglia dei barbieri setini sembra essere più unita che mai. Proprio ieri, ha pubblicato sui social le immagini di una piccola reunion, organizzata, in sicurezza e nel rispetto delle normative anticovid, con gli altri colleghi per festeggiare il suo rientro a casa. La sua lotta contro il virus non è stata delle più facili, dopo essersi aggravato, infatti, Sandro è stato ricoverato in ospedale e lì, nonostante le difficoltà respiratorie, ha deciso di rendersi utile tagliando i capelli di alcuni compagni di reparto. «La passione non si ferma» aveva scritto sui social, allegando un breve video che lo ritraeva nel reparto covid alle prese con forbici e rasoio. Un gesto semplice ma che in sé racchiude tutta la generosità di Sandro, la stessa dimostrata dai suoi colleghi che, in occasione del suo ritorno a casa. «È stato un grande gesto - ha scritto su Facebook il 50enne - sono venuti a portarmi una busta con il contributo raccolto per me in questi giorni in cui non ho potuto lavorare». E' il frutto di un accordo di solidarietà tra i 6 barbieri setini che, fin dall'inizio della pandemia, avevano deciso che, in caso qualcuno di loro avesse contratto il Covid, avrebbero versato un piccolo contributo giornaliero da devolvere al collega risultato positivo. «Ci siamo avvicinati molto dall'inizio dell'emergenza sanitaria - spiega uno dei colleghi di Mironti - e abbiamo deciso che, semmai si fosse verificata una situazione come quella che è capitata a Sandro, avremmo versato ogni giorno una quota di 10 euro a testa».

Francesca Leonoro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero