Itri dice no al forno crematorio di Gaeta

Itri dice no al forno crematorio di Gaeta
No unanime del Consiglio comunale di Itri alla realizzazione di un forno crematorio progettato dall'amministrazione comunale di Gaeta in località Sant'Angelo, ai...

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No unanime del Consiglio comunale di Itri alla realizzazione di un forno crematorio progettato dall'amministrazione comunale di Gaeta in località Sant'Angelo, ai confini con Itri. In tal senso le minoranze hanno presentato una mozione - sostenuta in aula dai consiglieri di opposizione Vittoria Maggiarra, Osvaldo Agresti, Francesco Cece ed Elena Palazzo - che impegna il sindaco ad intraprendere ogni azione per tutelare il territorio contro la realizzazione dell'impianto. Lo stesso sindaco Antonio Fargiorgio è netto: Siamo nettamente contrari al forno crematorio - ha affermato - Non ho apparentamenti di alcun genere con chi ha deciso di allocare nel proprio territorio questo impianto, per il quale esistono diverse criticità che riguardano il procedimento e anche il diritto. Mi sono già mosso, anche con l'Associazione dei Medici dell'ambiente.

E l'assoluta contrarietà per l'impianto l'ho già ribadita direttamente al sindaco Mitrano in un incontro al quale era presente anche il sub commissario del Comune di Formia. Mancano molte autorizzazioni, la Via, la Vas e l'autorizzazione ambientale integrata - ha aggiunto il sindaco di Itri Ho contattato anche la Provincia di Latina a proposito di un silenzio-assenso che non c'è mai stato né poteva esserci sul parere richiesto alla stessa Provincia per l'autorizzazione all'emissione in atmosfera per lo smaltimento delle acque reflue. La Provincia ha risposto che non può esserci assenso senza le condizioni che prevedono emissioni in atmosfera e tutela delle acque. L'impianto, perciò, è da ritenersi sprovvisto delle suddette autorizzazioni. Semmai è un silenzio rifiuto. Siamo fautori di un discorso comprensoriale, come è accaduto per il torrente Pontone. E certi atteggiamenti unilaterali non ci piacciono minimamente. Siamo pronti a fare muro.

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Il Messaggero