Ingoia un amo, cagnolina salvata in extremis

Maggie stava passeggiando sulla spiaggia di Sabaudia quando ha inghiottito l'uncino: intervento chirurgico in una clinica di Roma

Ingoia un amo, cagnolina salvata in extremis
Maggie è viva per puro miracolo. Ha uno squarcio sull'addome che le ricorda la sua disavventura. Un amo da pesca conficcato nello stomaco a poca distanza dal cuore....

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Maggie è viva per puro miracolo. Ha uno squarcio sull'addome che le ricorda la sua disavventura. Un amo da pesca conficcato nello stomaco a poca distanza dal cuore. Questione di centimetri ma soprattutto di inciviltà e maleducazione umana.


La cagnolina, una meticcia tipo jack russel di 3 anni e 6 mesi, giovedì sera, attorno alle 18, stava passeggiando sulla spiaggia di Sabaudia assieme al suo proprietario Antonio, quando incuriosita si è avvicinata ad un'esca che era stata abbandonata sulla spiaggia da un pescatore e l'ha inghiottita. Peccato che al suo interno vi fosse anche un amo di metallo.

"Era a pochi metri da me - racconta il proprietario - che vive e lavora nella città pontina. Mi sono accorto che aveva ingoiato l'amo perché dalla bocca fuoriusciva circa un metro di filo da pesca che le si era anche impigliato nelle unghie. Maggie, istintivamente, cercava di tirare fuori l'amo che però ormai era nel suo corpo. L'ho subito presa in braccio ed ho chiamato il veterinario che però mi ha detto che era necessario un endoscopio per liberarla del corpo estraneo".

L'uomo ha quindi portato la cagnolina presso un pronto soccorso veterinario di Latina dove gli è stata effettuata una radiografia che ha confermato che la povera bestiola aveva ingerito un amo che era giunto nello stomaco. Data la delicatezza della situazione Maggie è stata trasferita presso una clinica veterinaria di Roma dove è stato tentato di liberarla dell'uncino metallico per via endoscopica ma non è stato possibile. Per salvarle la vita si è reso necessario intervenire chirurgicamente attraverso una gastrotomia che ha consentito di rimuovere l'amo che si trovava nello stomaco, vicino al cuore. Maggie ora è stata dimessa ed è tornata nella sua casa di Sabaudia. Al suo proprietario i veterinari hanno consegnato l'uncino metallico che ha rischiato di ucciderla.
«Chi possiede un animale può capirmi e sa che farebbe di tutto pur di non lasciarlo morire. Maggie non vuole né bere né mangiare ma deve farlo se vuole rimettersi in forza racconta Antonio La imbocco e la faccio bere con una siringa. Ora le ho comprato una museruola perché ho paura che, portandola di nuovo al mare, possa succedere di nuovo. Vorrei dire alle persone che vengono a pescare a Sabaudia di lasciare la spiaggia pulita soprattutto da esche ed ami in quanto vi portiamo bambini e cagnolini a fare delle passeggiate e loro non comprendono i pericoli».


Durante il periodo in cui non è prevista la balneazione l'arenile si riempie quotidianamente di decine di pescatori amatoriali. Alcuni di loro non sono rispettosi dell'ambiente e degli altri fruitori della spiaggia lasciando residui di polistirolo, rifiuti ma anche resti di esche.
E.Pie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero