Impronte di dinosauro a Sezze, progetto esecutivo per la messa in sicurezza

Impronte di dinosauro a Sezze, progetto esecutivo per la messa in sicurezza
Necessario procedere a una progettazione esecutiva per la messa in sicurezza delle impronte di dinosauri presenti nell'ex cava Petrianni di Sezze, l'icnosito più...

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Necessario procedere a una progettazione esecutiva per la messa in sicurezza delle impronte di dinosauri presenti nell'ex cava Petrianni di Sezze, l'icnosito più importante del Lazio. E' quanto emerso venerdì scorso nel corso di un sopralluogo organizzato dall'amministrazione comunale con la Regione, rappresentata dal dirigente Diego Mantero, responsabile dell'area Geodiversità e Monumenti naturali, struttura appartenente alla direzione Ambiente.


«Le impronte ha spiegato l'assessore allo Sviluppo locale Lola Fernandez, presente all'incontro insieme all'assessore all'Urbanistica Vincenzo Cardarello e al consigliere comunale Gianluca Calvano - sono minacciate da rocce pericolanti che rischiano di cadere sulle superfici calcaree che caratterizzano l'icnosito setino. La messa in sicurezza è stata già finanziata dalla Regione Lazio e questa amministrazione farà del tutto per portarla a termine perché ci siamo posti come obiettivo quello di rendere fruibile al pubblico questo straordinario patrimonio nel più breve tempo possibile». Nel corso del sopralluogo è stata perimetrata l'area interna al monumento naturale Fosso del Brivolco che il Comune sta per acquistare dagli eredi Petrianni grazie agli atti predisposti dal commissario straordinario Raffale Bonanno che, prima di lasciare palazzo De Magistris, ha approvato il contratto preliminare di compravendita per un importo di circa 40mila euro. Anche questa somma, insieme ai 60mila euro necessari per la messa in sicurezza, è stata finanziata dalla Regione Lazio.


IL PALEOPAESAGGIO
L'occasione di venerdì ha invogliato il responsabile regionale a fare il punto sul paleopaesaggio del Lazio. «Il sito di Sezze ha detto il dottor Mantero - è particolarmente importante ed è sicuramente il più rilevante a livello regionale. Si mette in connessione con altri icnositi del Lazio che stanno emergendo. Non lontano da qui c'è il bellissimo giacimento di Esperia (Frosinone) dove ci sono impronte su piano inclinato all'ingresso del paese. Da segnalare anche le impronte del piccolo rettile rinvenute su un blocco utilizzato in precedenza per opere di frangiflutto a Rio Martino nel comune di Latina, che noi come Regione abbiamo riportato e contestualizzato nell'area più prossima al luogo di estrazione, collocandolo a Campo Soriano (Terracina) nel parco Ausoni. Sarà un altro punto di interesse, da visitare. A Rocca di Cave (Roma) c'è un piccolo museo geologico dedicato anche alla scogliera cretacica dove, in prossimità, hanno rinvenuto resti ossei di dinosauro. Sono tutti elementi importanti che ci aiuteranno a leggere il nostro paleopaesaggio che si sta arricchendo di ulteriori evidenze».
Il dirigente regionale ha spiegato che in questo periodo si stanno effettuando indagini conoscitive ed esplorative su un giacimento a flora fossile, più o meno coevo a quello di Sezze, nella zona di Vallecorsa (Frosinone). «Ci sono anche altri giacimenti di particolare interesse qui sui Lepini ha aggiunto ed in particolare a Bassiano. Stiamo ricreando un percorso a tema che vede nel Fosso del Brivolco il punto centrale, perché sta illuminando una storia geologica che era poco conosciuta».


PROGETTI CONNESSI


Il monumento naturale setino, con le sue impronte di dinosauro, per l'amministrazione comunale di Sezze, non sarà soltanto un'attrazione all'interno di un percorso a tema, ma sarà connesso anche ad altri progetti di valorizzazione del territorio, di tutela ambientale e naturalistica. L'assessore Fernadez ha parlato del lago Mole Muti interessato da un progetto della Comunità montana e dal contratto di fiume per il quale sono in corso incontri con gli stakeholders: «L'area ex 156 sarà attraversata da una mobilità lenta per forme di turismo sostenibili. Puntiamo a creare polo attrattivo, connesso con l'icnosito del Fosso del Brivolco».

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Il Messaggero