Illia Davydov, lo studente ucraino che gioca a basket nello Scauri: «Fiero delle mie origini e del mio paese»

Illia Davydov, lo studente ucraino che gioca a basket nello Scauri: «Fiero delle mie origini e del mio paese»
È ucraino, da dieci anni si è stabilito in Italia e da tre abita a Scauri con la madre Alina, che lavora come cameriera in un locale del Sud Pontino. Parla molto...

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È ucraino, da dieci anni si è stabilito in Italia e da tre abita a Scauri con la madre Alina, che lavora come cameriera in un locale del Sud Pontino. Parla molto bene l'italiano ed è in costante contatto con i parenti che risiedono in Ucraina e stanno vivendo il dramma del conflitto. Illia Davydov è nato 18 anni fa a Kirovograd, una città di 230 mila abitanti, a circa 300 chilometri dalla capitale Kiev. Frequenta il quinto anno presso l'Istituto tecnico informatico Taddeo da Sessa di Sessa Aurunca (Caserta), pratica il basket e milita nella formazione under 19 ed in quella di serie C Silver della Fortitudo Scauri. «I miei genitori si sono separati anni fa racconta lo studente, che nel week-end indossa la maglia numero 9 del team biancazzurro e gioca nel ruolo di guardia Nel mio Paese d'origine ora vivono mio padre Denis (agente di cambio valuta), mia nonna Tania, i miei zii Dima, Tania e mia cugina Cristina. Ci sentiamo per telefono ogni giorno, siamo un bel po' preoccupati. Da quanto mi risulta, il fronte non è vicino ma lo stato di allerta è perenne. Fortunatamente prosegue Illia a Kirovograd, al momento, i generi di prima necessità non scarseggiano, però il freddo è pungente. In questi giorni la temperatura non supera i -4 gradi. Sono in contatto con il mio amico d'infanzia Danil, ci scriviamo su Instagram, mentre non sento da due mesi il mio coetaneo Kolia, che si è arruolato nell'esercito ucraino. Sono fiero delle mie origini e del fatto che il mio Paese sia compatto e si stia battendo con coraggio per la libertà». La conversazione scivola poi sugli aiuti umanitari da parte dell'Italia e sull'ospitalità garantita nei confronti dei connazionali pure nel Lazio ed, in particolare, nel sud della provincia di Latina. «So che anche a Scauri sottolinea Illia Davydov verrà aperto un centro di accoglienza per i rifugiati ucraini. Mi piacerebbe dare una mano ai miei connazionali. Infatti, ho già dato la mia disponibilità come interprete, nelle ore in cui non ho impegni scolastici e di studio. Un modo per aiutare coloro che verranno a stabilirsi in questa località turistica, in cui mi trovo bene da 3 anni. È una cittadina tranquilla ed accogliente. Del mio Paese d'origine, che non vedo dal 2019, mi mancano il gioco nei parchi pubblici e la campagna di nonna Tania e di nonno Vitaliy, morto un anno fa». Nel tempo libero Illia (in italiano Elìa) ascolta musica americana (soprattutto quella del rapper Tupac Shakur) e va a tirare a canestro all'Arena Mallozzi, quel mitico campo sul Lungomare scaurese, su cui la Nazionale dell'Unione Sovietica (allenata dal maestro Alexander Gomelsky) vinse, nell'estate 1968, a pochi mesi dall'avvio della Primavera di Praga, il Torneo internazionale di pallacanestro, battendo in finale il quintetto cecoslovacco dello Spartak Brno. «Da bambino in Ucraina ricorda lo studente-cestista, che il 30 agosto compirà 19 anni praticavo il nuoto. Una volta giunto in Italia mi sono appassionato al basket. Ho iniziato a giocare a Mondragone (Caserta) e poi sono approdato a Scauri. Dopo la parentesi nel team under 16, ora sto affrontando gli impegni con la compagine under 19 Gold e la prima squadra in serie C Silver. Una bella ed entusiasmante esperienza, lontano dal mio Paese, dove vorrei tornare per trascorrere un periodo della mia vita».


Antonio Lepone
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero