Il Pentagono: in Italia l'officina degli F35

Il Pentagono: in Italia l'officina degli F35
IL CONTRATTONEW YORK Accordo raggiunto tra Finmeccanica e Pentagono: l'Italia sarà la base per le operazioni di attrezzatura e manutenzione della fusoliera per l'intera flotta...

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IL CONTRATTO
NEW YORK Accordo raggiunto tra Finmeccanica e Pentagono: l'Italia sarà la base per le operazioni di attrezzatura e manutenzione della fusoliera per l'intera flotta dei nuovi aerei da combattimento F35, sia quelli acquistati dai paesi europei, che quelli americani operativi nei paesi comunitari.

IL MINISTRO PINOTTI

L'azienda italiana e il ministero per la Difesa hanno inseguito a lungo l'obiettivo di portare nel nostro Paese questa importante commessa, che si aggiunge all'impegno di provvedere all'assemblaggio finale delle ali del caccia bombardiere, che sono costruite dalla Alenia Aermacchi. Ieri l'annuncio congiunto è stato dato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e dall'ambasciatore Usa John Philips, alla presenza dell'amministratore di Finmeccanica. «E' un risultato straordinario per la nostra industria. - ha commentato Pinotti - Vuole dire lavoro, tecnologia, e ricadute positive per l'indotto».
Gli interventi di manutenzione verranno eseguiti nell'impianto di Cameri in provincia di Novara, che Finmeccanica ha costruito negli ultimi anni con un investimento di 800 milioni di euro, e nel quale lavorano già oggi circa 150 addetti alla costruzione delle ali dell'F35, e all'assemblaggio degli apparecchi acquistati dal governo italiano, e destinati alla base militare di Foggia. Al momento sono otto gli esemplari sotto contratto per il nostro Paese, rispetto ai 131 originali previsti all'inizio del programma, e al successivo taglio a 90, imposto dal governo Monti. Lo scorso aprile voci di corridoio del governo Renzi parlavano di un ulteriore dimezzamento, della commessa a quota 45.
CONCORRENZA BATTUTA

Finmeccanica ha battuto sul filo di lana le proposte alternative che la Gran Bretagna aveva fatto al governo americano, in una cordata che prevedeva la collaborazione con Olanda e Norvegia. Alla fine la scelta è caduta su Cameri, a conferma del rapporto privilegiato che il nostro Paese ha avuto fin dall'inizio della progettazione del nuovo aereo, e della solidità del nostro impegno, dimostrato con l'apertura della fabbrica e con la conferma dei primi acquisti.
Difficile è valutare a pieno l'impatto economico che questa decisione avrà sulla nostra economia. A questo punto il ritorno commerciale degli investimenti italiani si lega al successo dell'intero progetto dell'F35, un aereo che ha avuto una gestazione molto travagliata.

Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero