IL CASO Cinghiali in libertà, che scorrazzano fino alle porte del centro storico soprattutto a caccia di cibo, però anche attratti in trappole per fare bottino di caccia in modo...
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Cinghiali in libertà, che scorrazzano fino alle porte del centro storico soprattutto a caccia di cibo, però anche attratti in trappole per fare bottino di caccia in modo illecito. Un'ispezione dei carabinieri forestali è bastata per scoprire una mangiatoia automatica piazzata nei boschi per attirare selvaggina e in particolare i mammiferi artiodattili della famiglia dei suidi. Gli agenti hanno individuato il marchingegno nei boschi della zona di Valdichiascio, ideato e utilizzato da un quarantenne eugubino per attrarre selvaggina e poi poterla abbattere con estrema facilità.
L'uomo aveva pensato di installare in mezzo ai boschi di Valdichiascio una sorta di mangiatoia automatica per indurre i cinghiali a cadere nella trappola e prenderli quindi in modo fin troppo agevole. Il marchingegno a batteria, escogitato per richiamare la selvaggina, rilasciava mangime (per lo più mais) in determinati orari a discrezione del cacciatore, che è stato però notato dai carabinieri forestali e quindi osservato a distanza trovando il modo di coglierlo sul fatto. La situazione ha infatti indotto gli agenti a posizionarsi per prendere in flagrante l'ideatore dell'illegale attira-cinghiali servendosi dell'installazione di alcune fototrappole. L'obiettivo delle telecamere ha finito per incastrare l'uomo e noi suoi confronti è scattata immediata la denuncia alla Procura di Perugia.
Gli sono state contestate violazioni, con tanto di sanzione complessiva oltre i 500 euro, relative alle normative che disciplinano la tutela dell'ambiente e le modalità della caccia al cinghiale.
Massimo Boccucci
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Il Messaggero