Presentato a Latina il calendario storico dell'Arma dei carabinieri firmato da Lucarelli e Sandro Chia

Presentato a Latina il calendario storico dell'Arma dei carabinieri firmato da Lucarelli e Sandro Chia
Le tavole pregiate di uno dei maestri della «Transavanguardia» come Sandro Chia, e i racconti di uno scrittore cult come Carlo Lucarelli accompagnano i lettori per...

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Le tavole pregiate di uno dei maestri della «Transavanguardia» come Sandro Chia, e i racconti di uno scrittore cult come Carlo Lucarelli accompagnano i lettori per dodici mesi raccontando l'Arma dei carabinieri nello stoico calendario giunto quest'anno alla 89esima edizione. Lo ha presentato ieri a Latina il comandante provinciale colonnello Lorenzo D'Aloia. Dodici storie per narrare l'evoluzione dello storico Regolamento generale dell'Arma, che risale al 1822, e da allora è immutato nei valori e aggiornato in questi due secoli.


Il calendario viene stampato con una tiratura di quasi 1,2 milioni di copie di cui oltre 16 mila in inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, giapponese, cinese e arabo, nonché in dialetto sardo. Iniziata nel 1928, la pubblicazionedopo l'interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, venne ripresa regolarmente nel 1950. «Sono storie di vita quotidiana, passiamo dal capitano Corialdo in Eritrea nel 1848, fino arrivare ai banditi, al carabiniere forestale che scopre un traffico illecito di cuccioli, dalla carica di Pastrengo dei carabinieri reali, da Pane Amore e Fantasia, tutte storie che fanno parte del nostro immaginario collettivo, come i due carabinieri in borghese che si fingono fidanzati per catturare un latitante di Cosa Nostra, sono tutte storie di carabinieri tra la gente, questo è il nostro essere, tra e per la gente» racconta D'Aloja. Il calendario si chiude con l'atlata dei carabinieri, una campionessa di sci, che il giorno di Natale va a consegnare medicinali a una anziana persone con le ciaspole e vedendola sola, benché l'attendessero a casa, si ferma a mangiare con l'anziana e si ricorda l'insegnamento del maresciallo: sei carabiniere, la tua famiglia è la gente».
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Il Messaggero