Il 25 Aprile, Bella Ciao e polemiche

Il 25 Aprile, Bella Ciao e polemiche
LA GIORNATABella Ciao e polemiche. Ecco il secondo 25 Aprile al tempo del Covid. Dal cimitero civico a Borgo XX Giugno a via Masi, momenti di raccoglimento e riflessione....

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LA GIORNATA
Bella Ciao e polemiche. Ecco il secondo 25 Aprile al tempo del Covid. Dal cimitero civico a Borgo XX Giugno a via Masi, momenti di raccoglimento e riflessione. Presenti, tra gli altri, il prefetto Armando Gradone, la presidente della giunta regionale, Donatella Tesei, il sindaco Andrea Romizi e, in rappresentanza della Provincia, la consigliera Erika Borghesi.

Se per la presidente Donatella Tesei la «festa della liberazione è occasione per celebrare i valori di democrazia e resistenza
Per il sindaco Andrea Romizi «la festa della Liberazione non perde la sua essenza, la sua cruciale importanza nel ricordarci e nel renderci corresponsabili del valore della libertà, del rifiuto dell'oppressione, del ripudio della guerra, del rispetto e della riconoscenza di chi si è sacrificato per noi». Romizi ha ricordato la figura del partigiano Francesco Innamorati A Borgo XX Giugno Antonio Piccinni (Anpi) ha intonato Bella Ciao. Tra i pochi presenti anche gli assessori Leonardo Varasano e Gabriele Giottoli, gli ex sindaci Wladimiro Boccali e Renato Locchi e il segretario Cgil Vincenzo Sgalla.

Polemica per una iniziativa dell'Isuc guidata dal commissario straordinario Valter Biscotti. Al cimitero, sotto al monumento ai caduti, hanno deposto una corona d'alloro Daniele Sassi e Alberto Cagnoli, figli, rispettivamente del partigiano Corrado e del membro della Repubblica sociale italiana, Bruno che fecero quel gesto il primo gennaio 1947. L'Isuc ha ristampato il libro di Sassi che racconta quelle vicende e nel pomeriggio ha intitolato l'aula della biblioteca a Francesco Innamorati fondatore dell'Isuc. Sulla scelta della corona della riconciliazione i gruppi del centrosinistra in consiglio comunale e il capogruppo in Regione, Tommaso Bori, bacchettano Biscotti: «Qualcuno spieghi al nuovo arrivato Biscotti, che il tentativo di mettere tutti sullo stesso piano, di dimostrare che tutti furono insieme carnefici e vittime, di rivalutare i repubblichini, tutto sommato alla stregua dei partigiani, è un tentativo forzato e grottesco, ridicolo e inaccettabile. «Scurdammoce o passato- dice invece la Società operaia di Mutuo Soccorso- non rafforza la coesione nazionale».
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Il Messaggero