Ignazio Marino: «Raggi e il Pd fanno male a Roma»

Ignazio Marino è appena arrivato a casa, nella sua Filadelfia, di ritorno dal Messico dove è intervenuto al World Trade Center Association 2019 Summit. Il tempo di...

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Ignazio Marino è appena arrivato a casa, nella sua Filadelfia, di ritorno dal Messico dove è intervenuto al World Trade Center Association 2019 Summit. Il tempo di farsi una doccia e tra poco riuscirà. A chi lo ha chiamato in queste ore ha detto: «Questa sentenza non risolve il problema politico». In questi mesi di travaglio giudiziario ha sempre preferito non parlare, nemmeno con i suoi amici, di questa ingiustizia che da sempre dice di aver subito.

Professor Marino, è stato assolto dalla Cassazione. Cosa si sente di dire ai romani? 
«Molti mi ricordano in queste ore la frase che pronunciai in piazza del Campidoglio negli ultimi giorni di consiliatura: “non vi deluderò”. La dissi convinto di non avere nulla da farmi perdonare e molto da dare alla città. Non è andata come speravo, ma voglio dire che ce l’abbiamo messa tutta e mi spiace se non siamo riusciti a spiegare bene quale era il nostro progetto per cambiare Roma. Oggi sento tanto affetto verso di me ma anche tanto scoraggiamento».
Dunque la crisi della Capitale è irreversibile? 
«Roma può cambiare e diventare una metropoli moderna, accogliente e internazionale. Di certo non con questa amministrazione, ma...».

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Ma? 
«Ci sarà un futuro diverso se tutti i cittadini, imprenditori, intellettuali, lavoratori, studenti, agiranno nell’interesse della città, dedicandosi al bene di una città straordinaria. Ora sono io a chiedere ai romani: non deludetemi e non deludete voi stessi».
Renzi e Orfini continuano a dire che la sua sfiducia avvenne per motivi legati alle vicende dell’amministrazione capitolina e non all’inchiesta. Ecco, cosa risponde? 
«Il primo ha distrutto il Pd, lacerato il centrosinistra e consegnato il Paese alla destra, sovranista e populista. Il secondo ha perso miseramente le elezioni a Roma. Che vuole commentare? Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa». 
Come si comportò con lei l’attuale segretario del Pd Nicola Zingaretti all’epoca solo governatore del Lazio?
«Nicola Zingaretti ha fatto Nicola Zingaretti, lui non sostiene, non attacca. Sta in equilibrio. Io non sono così, ma capisco che il suo modo di agire possa risultare più efficace nel sistema politico italiano». 
L’esposto contro di lei venne firmato anche dai grillini. In particolare dall’allora capogruppo Marcello De Vito. Dopo l’arresto del grillino per corruzione cosa ha pensato?
«Guardi, l’arresto di De Vito è un fatto grave e fa un gran male a tutti. È il segno che Roma non riesce a cambiare, che attorno alla politica continuano a gravitare troppi interessi negativi. Io non ho risentimento, sono deluso e amareggiato per la malafede e la disonestà intellettuale dei grillini». 
Anche la sindaca Virginia Raggi firmò quell’esposto: cosa si sente di dirle? E soprattutto come vede Roma?
«Io la città non la vedo spesso perché vivo negli Stati Uniti, a Philadelphia, dove lavoro per la mia università e mi occupo di sanità e di progetti internazionali».
E quando torna? 
«Mi pare che i romani e le romane la vedano male, non solo sporca e piena di buche, ma disgregata, decadente, senza prospettiva, violenta. Di questo la sindaca ha la piena responsabilità politica». 
Ma dunque è pronto a impegnarsi di nuovo per la politica e magari a ritornare in Campidoglio come qualcuno sussurra in queste ore?
«L’impegno è un mio stile di vita, una priorità da sempre. Non smetterò mai di impegnarmi per migliorare le cose, per aiutare la collettività. Ma per impegnarsi non c’è solo la politica, o almeno “questa politica”».
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